Giornata di fuoco sulla linea di guerra. Il procuratore generale dell’autoproclamata repubblica di Lugansk, in Ucraina, è stato ucciso da una bomba esplosa nel suo ufficio. Secondo la milizia della Repubblica di Lugansk, citata da alcuni canali Telegram, l’attacco è avvenuta nella tarda mattinata ora locale. Per la stessa bomba ha perso la vita anche il vice procuratore generale.
Leonid Psechnik, capo di Lugansk, ha accusato Kiev di avere organizzato l’attentato dinamitardo avvenuto negli uffici della Procura. L’esplosione, ha detto sul suo canale Telegram Psechnik citato dall’agenzia russa Tass, “prova che l’Ucraina, sotto la guida dell’attuale leadership, è uno Stato terrorista”.
Tutto questo mentre a Berdyansk, città portuale dell’Ucraina sud-orientale nella regione di Zaporizhzhia, il vice capo dell’amministrazione locale filo-russa e sua moglie, che guidava la commissione elettorale territoriale, sono stati assassinati. “Oleg Boyko e sua moglie Lyudmila sono stati uccisi vicino al loro garage”, hanno riferito le autorità locali.