“Non vedo l’ora di sostenere il popolo sudanese nelle sue aspirazioni alla libertà, la pace, la giustizia e la transizione verso la democrazia”.
Parla così John Godfrey, il primo ambasciatore degli Stati Uniti a Khartoum dopo 25 anni di limitazioni nei rapporti diplomatici arrivato oggi nel Paese africano. Stando a quanto aggiunto dall’ambasciata, il diplomatico ha come obiettivo dichiarato quello di “portare avanti le priorità relative alla pace e alla sicurezza, allo sviluppo economico e alla sicurezza alimentare”.
L’inizio dell’incarico di Godfrey e la sua nomina, avvenuta per mano del presidente Joe Biden lo scorso gennaio, seguono di due anni la rimozione del Sudan dalla lista americana dei Paesi sponsor del terrorismo. Khartoum era stata inserita nella lista nera americana nel 1997 a causa del suo sostengo alla rete jihadista internazionale di Al Qaeda, insieme a una serie di sanzioni economiche.

A partire da quell’anno, la rappresentanza della diplomazia americana in Sudan era stata declassata e al posto di un ambasciatore era stato nominato un semplice incaricato d’affari. Il Sudan è stato tolto dalla lista dei Paesi sponsor del terrorismo dopo aver risarcito con oltre 300 milioni di dollari le vittime di tre attentati commessi da Al Qaeda in Africa e Yemen tra il 1998 e il 2000 e anche nell’ambito dei cosiddetti Accordi di Abramo per la normalizzazione dei rapporti diplomatici con Israele.
A contribuire al nuovo status di Khartoum era stata anche la transizione avviata dopo che nel 2019 una rivolta popolare e un intervento dell’esercito avevano messo fine al trentennale governo dell’ex presidente Omar al-Bashir. Questo processo è stato interrotto lo scorso ottobre, quando il generale Abdelfattah al-Burhan ha rovesciato con un golpe l’esecutivo di transizione, di cui pure era uno dei massimi dirigenti.