Tra Cuba e Stati Uniti i rapporti continuano ad essere tesi.
Dopo la decisione di Washington di vietare il rilascio di visti di ingresso in territorio statunitense a 28 suoi funzionari, il governo dell’Havana ha definito questo comportamento come un tentativo di Washington di “screditare” quello che considera “un trionfo popolare di fronte all’aggressione” subita.
Le parole più forti sono arrivate via Twitter dal ministro degli Esteri Bruno Rodriguez, che ha sottolineato come “visto il fallimento del tentativo di provocare una rivolta popolare a Cuba nel 2021, il governo degli Stati Uniti e il suo segretario di Stato, Antony Blinken, stanno ora cercando di screditare il trionfo popolare contro quella aggressione imperialista”.
Rodriguez si riferisce alle proteste e ai disordini avvenuti a Cuba l’11 e il 12 luglio dello scorso anno, denunciati dalle autorità cubane come parte di un tentativo di “colpo di stato” promosso dagli Usa per destabilizzare il sistema socialista cubano.
Queste “misure ripetute da parte di Washington sono atti che violano il diritto internazionale e la Carta delle Nazioni Unite”, ha affermato Rodriguez replicando alle accuse rivolte a Cuba di violazione dei diritti umani per aver arrestato e processato i partecipanti al movimento di protesta.
Ieri, il governo del presidente Joe Biden ha ufficializzato sanzioni unilaterali riguardanti 28 funzionari cubani, che “hanno facilitato arresti violenti e ingiusti” e “falsi processi” di persone che hanno protestato perché a Cuba vi siano maggiori spazi di libertà.