Il segretario di Stato Antony Blinken, ha avuto ieri un colloquio telefonico con il presidente eletto della Colombia, Gustavo Petro.
A riferirlo è lo stesso dipartimento di Stato, che in una nota ha reso pubblici i complimenti fatti da Blinken a Petro per la sua vittoria elettorale, ribadendo l’impegno degli Stati Uniti a sostegno delle relazioni bilaterali.
Dopo poco, è stato lo stesso leader del Pacto Historico a rivelare via Twitter gli argomenti del colloquio: “Ho avuto una conversazione telefonica di 20 minuti con il segretario di Stato americano, Antony Blinken – ha scritto – Si è congratulato per la mia elezione e abbiamo discusso del processo di pace e delle azioni contro il cambiamento climatico nel nostro continente”.
Messaggio a cui Blinken non si è sottratto, rispondendo prontamente “È stato bello conversare con il presidente eletto colombiano @petrogustavo per presentargli le congratulazioni per la sua elezione. Abbiamo parlato della cooperazione Usa-Colombia di lunga data e di come possiamo lavorare insieme per migliorare la prosperità economica inclusiva, combattere il cambiamento climatico e approfondire ulteriormente le nostre relazioni”.

Blinken ha poi sottolineato la comunanza di valori democratici tra Stati Uniti e Colombia, ed ha assunto l’impegno a rafforzare ulteriormente l’amicizia tra i due Paesi che si è consolidata nell’arco di 200 anni. Più nello specifico, Blinken ha riaffermato il sostegno degli Stati Uniti alla piena attuazione dell’Accordo di Pace del 2016, e discusso la strategia integrata anti-narcotici dei due Paesi.
Tra i punti chiave del programma di Petro figura infatti una riforma agraria per ripristinare la produttività di 15 milioni di ettari di terreno e porre fine al “narco-latifondismo”, oltre all’interruzione di tutte le nuove esplorazioni petrolifere per liberare il Paese dalla dipendenza delle industrie estrattive e dai combustibili fossili. Posizioni che gli hanno fatto passare un brutto periodo.
In piena campagna elettorale Petro ha ricevuto minacce di morte dal gruppo paramilitare narcotrafficante La Cordillera, che lo hanno obbligato a sospendere le attività.