Il primo ministro delle Isole Vergini britanniche, Alturo Fahie, è stato arrestato per traffico di stupefacenti all’aeroporto Opa-locka di Miami dagli agenti della DEA, l’agenzia USA anti-droga.
Insieme a lui è finito agli arresti Oleanvine Maynard, direttore dell’autorità portuale della micro-nazione caraibica. Entrambi sono sospettati di aver partecipato ad un vasto traffico che mirava a far entrare clandestinamente fiumi di cocaina negli Stati Uniti e di aver riciclato denaro sporco.
Attraverso la ministra degli Esteri Liz Truss, il Governo britannico di Boris Johnson si è detto “sconcertato” per le gravi accuse che hanno portato all’arresto del premier delle Isole Vergini britanniche, territorio d’oltremare della Corona britannica e noto paradiso fiscale, governato in modo indipendente salvo la supervisione di Londra su politica estera e di difesa.
L’indagine, come si è appreso, è stata condotta dagli investigatori anti-narcotici statunitensi a partire dal gennaio del 2021 in collaborazione con l’autorità di John Rankin, rappresentante della monarchia britannica nell’isola con il titolo di governatore, al quale Truss ha chiesto in queste ore un rapporto. Lo stesso Rankin, che è un funzionario nominato dalla corona con il placet del governo di Londra, ha frattanto assunto il controllo degli affari correnti nell’arcipelago, invitando i 35.000 abitanti locali a “mantenere la calma”.
Fahie risulta sotto indagine anche per sospetta corruzione e abusi d’ufficio vari. Accuse di collusione con il riciclaggio vengono rivolte da tempo da diverse ONG e istituzioni internazionali contro i leaders delle Isole Vergini (come di altri Stati offshore dei Caraibi), ma anche verso il Governo di Londra, sospettato di aver tradizionalmente chiuso un occhio sulla questione.