Black Lives Matter torna sul piede di guerra. Lo fa in Michigan, chiedendo giustizia dopo che due settimane fa, il 4 aprile, il 26enne rifugiato congolese Patrick Lyoya è stato ucciso da un agente della polizia di Grand Rapids. Il giovane era stato fermato dalla polizia perché la targa dell’auto non corrispondeva a quella della vettura che stava guidando.
Nelle immagini riprese dalla telecamera del giubbotto antiproiettile dell’agente e da un cellulare di una persona che era in auto con il giovane ucciso, si vede Patrick Lyoya uscire dall’abitacolo e non rispettare l’ordine dell’agente che gli dice di rientrare nel veicolo. Poi il tentativo di fuga, la colluttazione con l’agente che lo ha raggiunto e all’improvviso il colpo di pistola che uccide il giovane.
Per due settimane la polizia di Gran Rapid è stata circospetta su questa vicenda. Le immagini sono terrificanti, ma non chiariscono pienamente la dinamica. L’agente impreca, grida “lascia il taser”, poi lo sparo. Il rapporto ufficiale dell’autopsia non è stato ancora rilasciato al pubblico.
È stato invece rilasciato nelle ultime ore il rapporto dell’autopsia indipendente ordinata dai parenti della vittima, che ha confermato che Patrick Lyoya è stato colpito alla nuca da un colpo di pistola sparato con l’arma a diretto contatto con la testa mentre il giovane era immobilizzato a terra a faccia in giù. Una esecuzione.
“Non c’è dubbio su cosa abbia ucciso Lyoya: un proiettile sparato a bruciapelo”, ha detto il dottor Werner Spitz, tenendo in mano un teschio durante la conferenza stampa per mostrare dove il proiettile è entrato nella testa. Il perito ha detto che la pistola era premuta contro la testa di Lyoya quando l’agente ha sparato.
Il medico legale capo della contea di Kent, Stephen Cohle, ha dichiarato di aver eseguito l’autopsia ufficiale il giorno dell’incidente e di aver preparato un certificato di morte con la causa e le modalità della morte. Ha anche affermato però che i risultati della tossicologia e dei tessuti sono in sospeso e potrebbero essere necessari 60 giorni per essere completati e che il rapporto completo dell’autopsia non sarà reso pubblico fino a quando la polizia non concluderà le sue indagini. I risultati di questa autopsia sono stati condivisi tra i diversi investigatori ma non sono stati rilasciato al pubblico.
Patrick Lyoya’s mother is grieving for her son, who was killed by Grand Rapids police officer. pic.twitter.com/VTR56IACFs
— Matt Witkos Reporter (@matt_witkos) April 9, 2022
In una conferenza stampa la scorsa settimana, il capo della polizia di Grand Rapids, Eric Winstrom, ha riconosciuto che “Lyoya è stato colpito alla testa” ma non ha commentato ulteriormente, dicendo: “Questa è l’unica informazione che ho”. Winstrom ha anche detto che il nome dell’agente che ha sparato e ucciso Lyoya verrà reso noto solo se il poliziotto sarà incriminato dalla magistratura. Le indagini vengono condotte dalla polizia statale che le presenterà al District Attorney della contea del Kent per stabilire se ci debba essere il rinvio a giudizio.
Il dipartimento della polizia della città di Grand Rapids diretto da Eric Winstrom è tra quelli negli Stati Uniti che sono stati esaminati per aver nascosto l’identità degli agenti nei casi in cui persone di colore sono state ferite o uccise dalla polizia. Alcuni leaders afroamericani e ispanici hanno detto che sono solo tattiche per proteggere gli agenti dalle punizioni. Altri, come l’ex sindaco di Grand Rapids, affermano che lo statuto comunale vieta il rilascio del nome di un agente di polizia prima che vengano formalmente presentate le accuse.
“Chiedo che la legge mi faccia sapere il nome della persona che ha ucciso mio figlio. Ne ho il diritto”, ha detto Dorcas Lyoya, la madre della vittima tramite un traduttore durante una conferenza stampa, dopo il rilascio del video della sparatoria contro suo figlio.
Patrick Lyoya era un rifugiato della Repubblica Democratica del Congo emigrato negli Stati Uniti nel 2014 con i suoi genitori e fratelli per sfuggire alla violenza. Il suo funerale è previsto per venerdì presso la Chiesa cattolica God in Crhist a Grand Rapids. Il reverendo Al Sharpton farà il discorso funebre.
Questo il macabro video dell’esecuzione: https://youtu.be/6zU05vAq9gk?t=6