La Cina ha condotto un’esercitazione militare nei pressi di Taiwan in risposta alla “provocatoria” visita di una delegazione bipartisan di parlamentari statunitensi nell’isola contesa. Lo ha affermato in una dichiarazione Shi Yilu, portavoce del commando orientale dell’Esercito di liberazione popolare d Pechino.
L’esercizio militare ha coinvolto numerose fregate, bombardieri e aerei da combattimento dispiegati nel Mar Cinese Orientale e nella zona marittima intorno a Formosa/Taiwan.
La mossa arriva in risposta a quello che il Governo cinese ha definito “il recente e frequente lancio di segnali sbagliati da parte di Washington sulla questione taiwanese“. Nella dichiarazione ufficiale del Dragone si sottolinea come “le cattiverie e i tranelli degli Stati Uniti sono completamente inutili e molto pericolosi”, dato che “chi scherza col fuoco finisce per bruciarsi” e “la riunificazione con Taiwan ci sarà”.
In un comunicato separato, sulla questione è intervenuto anche il ministero della Difesa cinese, che ha definito visita dei congressisti di Washinton un gesto “deliberatamente provocatorio (che) comporta un’ulteriore escalation della tensione nello stretto di Taiwan”.
Nonostante la collera di Pechino, nella loro visita i parlamentari statunitensi hanno ribadito il fermo sostegno della Casa Bianca e di Capitol Hill all’indipendenza di Taipei. Presente nella delegazione Usa – composta da sei membri di Camera e Senato di ambedue gli schieramenti – anche il senatore dem Bob Menendez, presidente della Commissione affari esteri del Senato. Quest’ultimo ha definito Taiwan “un Paese di importanza globale”, dal momento che esso detiene il 90% del mercato dei semiconduttori di fascia alta.
Durante l’incontro dei congressisti con la presidente taiwanese Tsai Ing-wen, il senatore del GOP Lindsey Graham ha affermato che “abbandonare Taiwan significherebbe abbandonare la democrazia e la libertà”. Si è discusso anche della guerra in Ucraina e di quella che Graham ha apostrofato come “la tendenza globale in crescita verso la prepotenza, verso i cattivi”.
La missione del gruppo bipartisan è atterrata a Taipei giovedì e rimarrà sull’isola sino a sabato.
Gli Stati Uniti non hanno relazioni diplomatiche formali con Taiwan, in ossequio alla cosiddetta One-China policy, che dal 1979 impegna Washington a riconoscere la Cina continentale come l’unica Cina legittima, ma contrastando la posizione di Pechino che considera Taiwan “una provincia ribelle” destinata ad essere annessa nel medio periodo.
Negli anni Washington è diventata per Taipei il più importante finanziatore e fornitore di armi, con il presidente Biden che ha receentemente ribadito il suo “fermo sostegno” politico-militare all’indipendenza taiwanese.