Per il secondo giorno di fila, camionisti messicani hanno bloccato alcuni ponti sul confine orientale tra Stati Uniti e il Paese latinoamericano in segno di protesta contro contro le ispezioni decise dallo stato del Texas sui mezzi provenienti dal Messico.
Gli autisti lamentano il drammatico aumento del tempo necessario a superare la frontiera tra Messico e Texas, che a volte comporta attese superiori a quindici ore.
I rallentamenti sono stati provocati da un ordine firmato dal governatore repubblicano Greg Abbott, che obbliga le guardie di frontiera a condurre accurate ispezioni sui trucks in arrivo dal Messico per verificare la presenza di immigrati clandestini o merce di contrabbando.
Il Governo messicano di Andrés Manuel López Obrador ha espresso la sua contrarietà alla decisione texana, affermando che essa ha comportato il blocco di due terzi del commercio bilaterale e danni significativi alle imprese transfrontaliere dei due Stati.
La decisione di Abbott è stata ampiamente criticata anche in patria. Tra le voci critiche c’è la stessa polizia di frontiera deputata ai controlli, la U.S. Customs and Border Protection, che in una dichiarazione riportata da Reuters ha definito le ispezioni “non necessarie” e con “impatti critici su una catena di approvvigionamento già tesa”.
Opposizione è stata espressa anche da parte della congressista democratica Veronica Escobar, che ha avvertito che la mossa “paralizzerà un’economia (quella della sua constituency) che si basa così tanto sul commercio transfrontaliero”.