L’ex agente di polizia di Minneapolis Derek Chauvin si è dichiarato colpevole delle accuse federali di aver violato i diritti civili di George Floyd, ucciso durante l’arresto avvenuto il 25 maggio 2020. Una decisione presa per non affrontare un altro processo, questo a livello federale, a gennaio. Il magistrato emetterà la sentenza nelle prossime settimane. Rischia altri 25 anni di prigione.

Chauvin, che è bianco, è stato già condannato per l’omicidio di George Floyd per averlo bloccato, mentre lo aveva già ammanettato e gettato a terra, usando “brutale violenza” che ha causato il decesso su un uomo immobilizzato nonostante le implorazioni della vittima che non riusciva a respirare. Per l’omicidio di George Floyd è stato condannato dalla magistratura statale a 22 anni e mezzo di carcere. Le accuse federali invece includevano due capi di imputazione perché Chauvin avrebbe privato Floyd dei suoi diritti non rispettando le procedure per l’arresto, spingendo il suo ginocchio sulla gola di Floyd mentre era già immobilizzato con le manette, e per aver bloccato e ritardato le cure che un paramedico voleva prestare a Chauvin agonizzante sul marciapiede.

In Minnesota, i reclusi con buona condotta scontano due terzi della pena in carcere e il restante terzo in libertà vigilata. Secondo quella formula Chauvin avrebbe dovuto scontare 15 anni in carcere e 7 anni e mezzo di libertà vigilata. Chauvin era in tribunale questa mattina. Gli ltri tre ex agenti – Thomas Lane, J. Kueng e Tou Thao – sono stati incriminati con accuse federali insieme a Chauvin all’inizio di quest’anno. Il loro processo sarà celebrato all’inizio del prossimo anno.
L’arresto e l’uccisione di Floyd, che un passante ha catturato con un video fatto con il cellulare, ha scatenato proteste a livello nazionale che chiedevano la fine della disuguaglianza razziale e dei maltrattamenti da parte della polizia sugli afroamericani. Come parte del patteggiamento, Chauvin questa mattina si è anche dichiarato colpevole di aver violato i diritti di un ragazzo di 14 anni durante un arresto compiuto nel 2017 in cui ha preso il ragazzo per la gola, lo ha colpito alla testa con una torcia elettrica e poi ha tenuto il suo ginocchio sul collo del giovane già ammanettato e che non opponeva resistenza.