L’anno non è ancora finito, ma almeno 12 importanti città degli Stati Uniti hanno già stabilito il loro record di omicidi nel 2021.
Secondo i dati della polizia, è Chicago, la terza città più grande degli Usa, a detenere il triste primato: 739 omicidi commessi entro la fine di novembre. Un numero altissimo, che però non supera quello fatto segnare nel 1970 con 974.
Philadephia registra l’incremento più significativo. Al 7 dicembre sono 523 i casi di assassinio registrati, superando la soglia dei 500 risalente al 1990.

Si tratta di un dato significativamente maggiore rispetto ai 443 registrati a New York, nonostante abbia circa sei volte meno residenti. Le altre città che hanno raggiunto il triste traguardo sono Columbus (Ohio), Indianapolis (Indiana), Louisville (Kentucky), St. Paul (Minnesota), Portland (Oregon), Tucson (Arizona), Toledo, (Ohio), Baton Rouge (Louisiana) e Austin (Texas).
Secondo il Nypd, sebbene i crimini violenti siano aumentati a New York durante la pandemia, i quartieri sono più sicuri che nel 1990, l’anno più mortale della città, quando furono registrati 2.626 omicidi. A livello nazionale, gli omicidi sono aumentati di circa il 30% nel 2020 rispetto all’anno precedente e si è trattato del più grande balzo in dodici mesi da quando il Bureau ha iniziato a tenere i conti.
In oltre tre quarti dei casi sono state usate armi da fuoco. Alcuni criminologi hanno attribuito l’aumento del tasso di omicidi allo stress legato alla pandemia, ai criminali che hanno troppo tempo libero, ai conflitti politici e razziali esacerbati dall’omicidio di George Floyd e al successivo ritiro in massa degli agenti di polizia.