La storia dei sindaci di New York è intrigante. Per più di due secoli il sindaco non fu eletto dal popolo. Veniva imposto dal governatore che sceglieva a sua discrezione chi avrebbe guidato la città. Solo nel 1834 si incominciò ad andare alle urne per scegliere il sindaco ma allora la città era ben più piccola di quella che è adesso. Era costituita esclusivamente dall’isola di Manhattan e solamente nel 1898 i confini di New York si espansero fino a comprendere Brooklyn, Queens, Bronx e Staten Island.
Per quanto riguarda la figura di sindaco dunque l’era moderna di New York iniziò nel 1898 e da allora ci sono state solamente diciotto persone nell’importante ruolo di Primo Cittadino. Ci sono stati tre italo-americani, un nero, vari cattolici, ebrei e protestanti. Ma non c’è mai stata una donna. Fino al 2021. Quest’anno fra i candidati ci sono diverse donne, compresa una che sembra avere tutte le carte in regola per poter diventare la Prima Cittadina di New York. Si chiama Kathryn Garcia e sta velocemente posizionandosi fra i candidati più forti. La sua storia personale vale la pena di essere raccontata.
I suoi genitori naturali non li ha mai conosciuti. Ancora neonata era stata presa in adozione da una coppia di Brooklyn di origine irlandese che aveva preso in casa altri bambini di vari background etnici. Kathryn era così cresciuta in una famiglia multirazziale con quattro fratelli e sorelle, in una casa dove si respirava già il clima multiculturale che è l’essenza di New York. È forse grazie a questo passato che anni dopo si era innamorata di un ispanico — Jerry Garcia — lo aveva sposato e aveva avuto due figli. Ora è divorziata ma continua ad usare quel cognome ispanico che le sta tornando comodo nella campagna elettorale.
Kathryn non è del tutto nuova alla politica. Anzi, la sua carriera all’interno del partito democratico va indietro di anni. Aveva fatto la gavetta nel Dipartimento della Sanità incominciando a 22 anni e raggiungendo nel 2014 il ruolo di commissario del New York City Department of Sanitation, una posizione che aveva mantenuto con successo per sei anni. Il fatto stesso di essere riuscita a fare carriera in una divisione del governo locale che tradizionalmente era sempre state gestita esclusivamente da uomini è già un’indicazione di un carattere che non si lascia intimidire facilmente. Indimenticabile la sua voce forte e un po’ roca che non permette a nessun politico di sesso maschile di interromperla solo perché è donna. Quando apre bocca gli altri non possono fare a meno di sentire quello che ha da dire ma lei non è solo parole, è soprattutto fatti. Basti dire che spesso alle 6 del mattino era presente quando i netturbini di New York timbravano il cartellino. Solo così si poteva rendere conto in prima persona di come il dipartimento aggiustava il servizio nei giorni in cui si verificavano assenze.
Diventata commissario, aveva immediatamente modernizzato il sistema per monitorare i percorsi degli spazzaneve. Era stata lei a imporre che tutte le informazioni finissero in computer affinché si potesse esaminare ogni tempesta di neve e intervenire la volta successiva in modo più razionale. Stessa cosa con i camion della nettezza urbana che per decenni a New York avevano fatto impazzire i newyorkesi: ingombranti e rumorosi, bloccavano il traffico creando ingorghi.
Se eletta sindaco la Garcia ha promesso di usare regolarmente la metropolitana per rendersi conto in prima persona dei problemi, un aspetto importantissimo della città perché la funzionalità della metropolitana è un aspetto chiave dell’economia, della sicurezza pubblica e anche del mercato immobiliare. Stessa cosa con le biciclette del bike-share: intende usarle con frequenza per capire se il sistema funziona e se le piste ciclabili sono consone alle necessità dei cittadini e come si integrano con la viabilità urbana in generale. Non è dunque il tipo di figura politica che si limita a vedere i problemi dalla stanza dei bottoni.

Una delle sue priorità è la riforma del corpo di polizia e una proposta della Garcia è di avere come condizione che i poliziotti debbano essere residenti a New York, un modo per integrare maggiormente le forze dell’ordine con la popolazione locale. Per far passare questo aspetto della riforma ci vuole un politico molto esperto che sappia trovare accordi con i membri statali della Camera nello stato di New York. E la Garcia ha dimostrato di avere la capacità di navigare abilmente i corridoi della politica.
Potrei scendere nei particolari delle sue proposte come candidata alla poltrona di sindaco ma mi limiterò a dire che Kathryn Garcia si è guadagnata un appoggio fondamentale: il New York Times in un recente editoriale ha sancito che è lei la candidata sostenuta dalla più potente testata giornalistica. Con il New York Times alle spalle la Garcia ha il vento in poppa. A tutta velocità lei si sta posizionando quasi in testa alla classifica degli otto candidati a sindaco. Ricordiamoci il suo nome, dunque, perché non è da escludere che il 2 novembre per la prima volta nella storia di New York il sindaco sarà donna.