La giudice della Corte Suprema Ruth Bader Ginsburg è morta venerdì per le complicazioni sopravvenute a causa di un cancro al pancreas. La giudice era nella sua casa di Washington, DC e aveva accanto i suoi cari. Bader Ginsburg era nata 87 anni fa a Brooklyn, New York.
“La nostra nazione ha perso una giurista di statura storica” ha dichiarato il giudice capo della Corte Suprema John G. Roberts Jr. “Noi della Corte Suprema abbiamo perso una collega molto apprezzata. Oggi noi siamo a lutto, ma con la sicurezza che le generazioni future la ricorderanno come noi l’abbiamo conosciuta, una infaticabile e risoluta campionessa della giustizia” ha continuato il giudice Roberts nella dichiarazione della Corte Suprema nell’annunciarne la scomparsa.

La giudice Bader Ginsburg, dopo una prima laurea a Cornell, aveva frequentato la Harvard Law School con il marito Martin Ginsburg per poi conseguire la laurea in legge alla Columbia Law School. Una delle prime donne laureate in legge, agli inizi degli anni Sessanta a New York non era riuscita a trovare un lavoro negli studi legali e per questo iniziò la carriera accademica alla Rutgers University, dove iniziò a combattere da avvocato le battaglie legali sulla discriminazione di genere con il supporto della American Civil Liberties Union. Vincerà molte cause, anche difronte alla Corte Suprema, che renderanno RBG già celebre nei movimenti per i diritti della donne e di genere.

Poi, nel 1993, nominata dal presidente Bill Clinton, ecco che diventa la seconda donna ad accedere alla Corte Suprema. Le sue opinioni per i diritti delle donne e la protezione delle minoranze sessuali ne hanno fatto negli anni una paladina della sinistra americana. La sua fama di giudice liberal crebbe al punto di farla diventare la protagonista di un docu-film del 2018 pluripremiato a lei dedicato, titolato “RBG”. Poi l’anno successivo viene realizzato un film sulla sua vita intitolato “On the basis of sex”.
Pochi giorni prima di morire, quando ormai sentiva che le forze le stavano per mancare, la giudice Ginsburg ha dettato questa dichiarazione a sua nipote Clara Spera: “Il mio più fervente desiderio è quello di non essere rimpiazzata fino a che non si sia insediato un nuovo presidente”.

Ora invece la sua morte potrebbe dare l’opportunità al presidente Donald Trump di nominare un nuovo giudice e i repubblicani hanno già fatto capire, tramite il leader della maggioranza al Senato Mitch McConnel, che sono pronti ad approvare un giudice anche durante gli ultimi giorni di una amministrazione che potrebbe perdere le elezioni ma riuscire a mettere un altro sigillo del Gop sulla Corte Suprema. Certamente la battaglia politica per la nomina alla massima corte di un giudice alla vigilia delle elezioni e nel mezzo di una pandemia, a questo punto si preannuncia epica.