Il presidente americano Donald Trump ha annunciato durante una conferenza stampa alla Casa Bianca di aver firmato una legge, approvata all’unanimità dal Congresso, che prevede sanzioni per tutti i dirigenti cinesi, incluse le banche, che violano l’autonomia di Hong Kong, inclusi arresti effettuati in base alla nuova legge sulla sicurezza e azioni che minano i processi democratici o limitano le libertà.
“Hong Kong sarà equiparata alla Cina” ha detto Trump, “nessun privilegio speciale, nessun trattamento economico speciale, nessun export di tecnologia”. Inoltre ha affermato “la pandemia da coronavirus è una maledizione arrivata dalla Cina”, che ha la piena responsabilità e l’accusa per aver nascosto l’emergenza di Covid-19 ed aver contagiato il mondo intero.
Ma Pechino non ci sta e accusa gli Stati Uniti di violare il principio di ingerenza negli affari interni di uno Stato, alla base del diritto internazionale per la regolamentazione dei rapporti tra stati. La Cina insiste nella sua determinazione a salvaguardare la sovranità nazionale e assicura: i tentativi americani “non avranno mai successo”.
Il governo di Hong Kong ha dichiarato che gli Stati Uniti “utilizzano i diritti umani, la democrazia e l’autonomia come scusa” per introdurre misure volte ad attaccare la Cina.

In risposta, Pechino ha assicurato contromisure. Il Ministero degli Esteri di Pechino sottolinea che “per salvare i propri interessi legittimi, la Cina imporrà sanzioni alle persone ed entità statunitensi competenti”.
Il livello di scontro tra le due superpotenze si è ormai ufficialmente alzato. Il New York Times ha scritto “Stati Uniti e Cina alla deriva verso la guerra fredda”; quello che molti avevano preannunciato, sta diventando realtà.
Con quest’ultima mossa Trump colpirebbe in pieno l’economia di Hong Kong. Questo rappresenta un altro duro colpo per la regione, dove già da un anno si assisteva a innumerevoli proteste.
La nuova legge firmata dal presidente americano prevede sanzioni obbligatorie nei confronti delle banche e di qualsiasi persona straniera, contribuisca alla violazione degli impegni della Cina nei confronti di Hong Kong, ai sensi della Dichiarazione congiunta sino-britannica e della Legge fondamentale. La Dichiarazione congiunta prescriveva che la città avrebbe goduto di un “alto grado di autonomia” fino al 2047. Con ben 27 anni di anticipo la Cina impone la legge sulla sicurezza nazionale, il cui contenuto è stato pubblicato solo dopo la sua entrata in vigore: il 1° luglio, tra l’altro data del 23° anniversario del ritorno di Hong Kong sotto la sovranità cinese (1997).
La nuova legge sulla sicurezza nazionale punisce gli atti di sovversione, secessione, terrorismo e collusione e toglierebbe valore sia nei confronti degli individui, sia nei confronti delle organizzazioni. In questo modo la difesa dei diritti umani è a rischio.
Per questo anche la comunità internazionale si è mossa e ha accusato la Cina di violare le libertà civili dei cittadini.
A Ginevra, il 26 giugno scorso, moltissimi esperti dei diritti umani delle Nazioni Unite hanno espresso congiuntamente le loro preoccupazioni circa la repressione delle libertà fondamentali in Cina.

Anche il capo del team cinese di Amnesty International, Joshua Rosenzweig, aveva precedentemente dichiarato: “l’approvazione della legge sulla sicurezza nazionale rappresenta la più grande minaccia ai diritti umani nella storia recente della città. D’ora in poi, la Cina avrà il potere di imporre le proprie leggi su qualsiasi sospetto criminale che sceglie…”.
Australia, Gran Bretagna e Canada e Stati Uniti in una dichiarazione congiunta avevano criticando fortemente la legge e aveano accusato la Cina di aver infranto le promesse legali fatte alla Gran Bretagna. Mentre i leader europei avevano definito “deplorevole” la legge sulla sicurezza di Hong Kong, avvertendo che l’UE avrebbe “rivalutato la Cina come partner economico affidabile”.
Durissima anche la scelta della Gran Bretagna di bloccare la nuova rete 5G di Huawei. Oliver Dowden, Segretario alla cultura del Regno Unito, ha annunciato che Huawei sarà espulso dalle reti telefoniche 5G della Gran Bretagna entro il 2027 e che non sarà possibile acquistare un nuovo kit Huawei 5G dopo il 31 dicembre di quest’anno. Come riportato dal The Guardian, il Regno Unito si annuncia sulla “strada irreversibile”.

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