Oggi, 6 Gennaio, ricorre il 36esimo anniversario dell’uccisione del Presidente della Regione siciliana, Piersanti Mattarella, assassinato a Palermo nel 1980. Da chi? Sul delitto regna sovrano il mistero -l’ennesimo mistero italiano – e anche se sono stati condannati boss come Riina e Provenzano, l’unica certezza è che non è mai stata fatta luce su un omicidio che si definisce più politico che mafioso e sulle cui indagini, per stessa ammissione di uno dei magistrati che per primo ha indagato sul caso- l’attuale Presidente del Senato, Piero Grasso- c’è stato più di un “depistaggio” e tanti “punti oscuri” (in questo articolo i contorni del caso).
Ma, a fare notizia, oggi, non sono nuove verità sull’omicidio che non ci sono (l’unica novità è una descrizione del presunto killer, così come riportato dal quotidiano la Repubblica che scrive di avere visionato un documento della Scientifica con un identikit mai diffuso).
A fare notizia oggi è un’assenza che fa rumore. Quella del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, fratello di Piersanti. Che, stamattina, a Palermo, alla commomorazione ufficiale non si è fatto vedere. E’ la prima volta che manca all’appuntamento.
Come mai? Non è all’estero, questo è certo. I Tg hanno riportato la notizia di una sua lettera al Presidente francesce, François Hollande sull’anniversario dell’orribile attacco terroristico che ha colpito la redazione di Charlie Hebdo. Il suo pensiero rivolto a Parigi, il suo cuore certamente a Palermo.
E proprio alcuni amici palermitani del Presidente della Repubblica dicono che andrà sulla tomba del fratello, sepolto a Castellamare del Golfo, in provincia di Trapani (da dove arriva la famiglia Mattarella) privatamente, con ogni probabilità, nel corso di questa giornata. Gli stessi, sulla sua assenza, stamattina, dal luogo del delitto – in via Libertà – dove si sono dati appuntamento i politici siciliani per deporre la consueta corona di fiori, mantengono le bocche cucite.
Ma, nel capoluogo siciliano le ipotesi si rincorrono. C’è chi parla, e sono sempre persone vicine alla famiglia Mattarella, di una presa di posizione chiara, che non ha bisogno di spiegazioni: “Non c’era stamani, perché la famiglia Mattarella ritiene di non aver avuto completa giustizia e Sergio Mattarella è anche Presidente del Consiglio Supremo della Magistratura. Era assente anche al cimitero, quando il sindaco di Castellamare del Golfo ha deposto una corona sulla tomba di famiglia Mattarella” dicono alcuni.
Piersanti Mattarella
Una ipotesi che sarebbe suffragata da un dato di fatto: “Il legale della famiglia Mattarella, l’avvocato Francesco Crescimanno, – scrive Repubblica- auspica una nuova indagine, sui depistaggi dell’inchiesta”. Il Presidente della Repubblica, dunque, non avrebbe ritenuto opportuno prendere parte alla commemorazione ufficiale nel corso della quale, per il ruolo che riveste, non avrebbe potuto esprimere la sua amarezza.
Altre ipotesi sono più politiche. Mattarella, secondo alcuni malpensanti, avrebbe voluto evitare di ‘illuminare’ la passerella su cui hanno sfilato politici siciliani di cui non c’è troppo da andare fieri. E che, sicuramente, speravano nella sua presenza per finire sulle prime pagine dei quotidiani nazionali.
Sarà così? La prima tesi è più probabile, ma anche la seconda non è da buttare. Parliamo, infatti, di politici, a partire dal Presidente della Regione Siciliana, Rosario Crocetta, che nulla hanno a che fare con la figura del fratello del Presidente della Repubblica.
Piersanti Mattarella è ricordato come uno dei migliori Presidenti della Regione che la Sicilia abbia mai avuto. Il suo tentativo di fare pulizia, nella DC – partito in cui militava- nella burocrazia regionale e, in generale, nella melma della classe dirigente siciliana, non ha eguali. Come è certo che il suo sogno di una Sicilia “con le carte in regola”gli ha procurato più nemici che amici.
La sua strenua difesa della Sicilia e dell’Autonomia Siciliana non conosceva timori. Era un autonomista unitario, credeva cioè nell’Unità d’Italia, ma anche nella specialità della sua regione. L’istituzione autonomistica era per lui un patrimonio inalienabile: “L’autonomia regionale speciale- scrisse Piersanti Mattarella- che costituisce la risposta democratica ed unitaria del nuovo Stato repubblicano alle istanze della Sicilia del dopoguerra rimane patrimonio inalienabile di cui siamo e saremo sempre gelosi custodi”.
La difese anche dinnanzi alle istituzioni europee. Era il 6 Settembre del 1979 quando a Palazzo d’Orleans, sede della Presidenza della Regione a Palermo, nella sala della Giunta regionale, arrivò l’allora Presidente della Commissione esecutiva della Comunità Economica Europea, Roy Jenkins.
Il Presidente, Piersanti Mattarella, non esitò a dirgli che le norme della legislazione europea “sovente non tengono conto, in particolare, neppure del livello di autonomia locale di cui ad esempio la Sicilia fruisce all’interno della comunità nazionale, livello assai largo e che è frutto da un lato di peculiarità storiche, sociali, geografiche, economiche tuttora presenti; e dall’altro di lotte politiche e di tradizioni che costituiscono patrimonio inalienabile di questa terra ed al quale non rinunciamo”.
Lo stesso faceva dinnanzi al Governo nazionale. Parlava della necessità di “creare una forza di pressione capace di controbilanciare le spinte e le sollecitazioni che sull’apparato politico-burocratico esercita la struttura socio finanziaria del Nord”.
Che c’entrano gli attuali politici siciliani che stanno svendendo la Sicilia e calpestando la sua Autonomia con una figura del genere? Niente.
Non sapremo mai con certezza perché il Presidente Mattarella non c’era stamattina. Ma, la sua scelta, chissà perché, risulta comprensibile e condivisibile comunque la si voglia vedere.