Negli ultimi anni, un numero sempre più crescente di giovani ha trasformato il tetto dei vagoni della metropolitana di New York in una pista d’acrobazie mortali.
Il fenomeno decisamente preoccupante, noto come subway surfing, ha portato a 200 salvataggi da parte della polizia dal novembre 2023 a oggi, come rivelato in una conferenza stampa tenutasi nei giorni scorsi.
Secondo i dati forniti, oltre il 60% dei 343 interventi effettuati con velivoli in ambito metropolitano in otto mesi ha permesso di individuare persone impegnate in questa pericolosa pratica.
Le forze dell’ordine hanno identificato 63 “surfisti abituali”, con un’età media di appena 15 anni, in alcuni casi scesa sotto gli 11.
L’allarme è scattato a partire dal 2022, quando questo “sport” estremo ha cominciato a dilagare sui social network. Da allora, la polizia ha registrato 32 emergenze mediche collegate al subway surfing, tra cui 16 decessi.
La linea più esposta al fenomeno risulta essere la numero 7, coinvolta in quasi la metà degli arresti registrati nel 2024. A seguirla, le linee J, M e Z, le cui sezioni sopraelevate sembrano attirare chi è in cerca di adrenalina e visibilità, trasformando i tetti dei vagoni in passerelle pericolose.
Il sindaco Eric Adams ha condannato duramente l’attivirtà, sottolineando che non si tratta né di un gioco né di un’avventura, ma di un comportamento estremamente pericoloso che deve essere contrastato con decisione. Al suo fianco, il vicesindaco per la pubblica sicurezza Kaz Daughtry ha evidenziato l’efficacia della sorveglianza aerea: molti dei voli degli aeromobili hanno portato direttamente ad arresti e interventi tempestivi.
Metropolitan Transportation Authority, MTA, l’ente pubblico che gestisce il sistema di trasporti della Grande Mela, intanto, continua a monitorare i social media per individuare e rimuovere i video che esaltano il subway surfing. Shanifah Rieara, responsabile delle relazioni con il pubblico dell’agenzia, ha ribadito che cavalcare i treni non è un videogioco, ma un gesto estremo che spesso porta alla morte. L’impegno, ha assicurato, è massimo per bloccare ogni contenuto che possa trasformare una sfida fatale in una moda virale.