La Guida Michelin ha annunciato mercoledì l’ingresso di quattordici nuovi ristoranti di New York tra le sue segnalazioni. E, per la prima volta da anni, la maggioranza delle nuove leve non si trova a Manhattan.
Brooklyn domina la lista con otto locali appena entrati nel radar degli ispettori. Manhattan, cuore storico della ristorazione d’élite, deve accontentarsi di “sole” sei segnalazioni.
Tra le novità di Brooklyn spiccano Yemenat, ristorante mediorientale a Bay Ridge; 6 Restaurant, cucina europea a Carroll Gardens; Mango Bay, proposta caraibica a Fort Greene; e Café Kestrel, locale di impronta contemporanea a Red Hook. A completare il quadro, la Taqueria El Chato di Greenpoint e il giapponese Enso a Williamsburg.
Due ristoranti tailandesi — Glin Thai Bistro a Fort Greene e Hungry Thirsty a Carroll Gardens — confermano l’attrattiva del borough per cucine asiatiche d’autore, sempre più presenti nel panorama gastronomico newyorkese.
Dall’altra parte del fiume, Manhattan risponde con sei nuovi ingressi: Adda, indiano nell’East Village; Kabawa, di ispirazione caraibica sempre nella stessa zona; Joomak, proposta contemporanea nel West Village; e Laliko, specializzato in piatti dell’Asia centrale. A sud, nel Financial District, si distingue il francese Maison Passerelle. L’unico nuovo segnalato sopra la 14esima strada è Papa San, un ristorante giapponese-peruviano su West 34th Street.
Il dato sorprendente non cambia però l’equilibrio complessivo: Manhattan resta nettamente in testa con 263 ristoranti presenti nella guida. Seguono Brooklyn (82), Queens (18), il Bronx (6) e Staten Island (4). Ma il sorpasso simbolico nei nuovi ingressi lancia un messaggio chiaro: il baricentro della cucina innovativa si sta lentamente spostando. E per Brooklyn — storicamente considerata la periferia gastronomica della metropoli — è un segnale di maturità.