E appena decollata, in ogni distretto di Manhattan, l’operazione che vedrà in azione le unità speciali “Q-Team”, il nuovo volto della strategia urbana contro i disagi quotidiani. Promossa dal sindaco Eric Adams e dalla commissaria di polizia Jessica Tisch, questa nuova squadra di agenti specializzati si concentrerà sulla repressione dei cosiddetti “reati minori”, che vanno dalla vendita illegale, alla guida spericolata di scooter, fino all’occupazione abusiva dei marciapiedi. L’obiettivo è restituire decoro e sicurezza ai quartieri, rispondendo con prontezza alle lamentele dei residenti.
L’iniziativa arriva dopo un progetto pilota di due mesi, che secondo il nuovo dipartimento ha prodotto risultati significativi: oltre 6.100 convocazioni, 357 arresti e un miglioramento medio di 16 minuti nei tempi di risposta del numero 311, il centralino preposto per le segnalazioni. La commissaria Tisch ha dichiarato che la divisione ha dimostrato di saper intervenire con efficacia, restando concentrata sulle notifiche più frequenti da parte dei cittadini. Ha spiegato che la campagna si estenderà in tutta la città nel corso delle prossime sei settimane, con una piena operatività prevista entro il Labor Day.
Il calendario prevede l’arrivo dei Q-Team nel Bronx il 21 luglio, a Brooklyn il 28, nel Queens l’11 agosto, a Staten Island il 18, per concludersi con le aree residenziali della New York City Housing Authority, NYCHA, il 25 agosto. A supportare le operazioni sarà anche un nuovo sistema di monitoraggio, il “Q-Stat”, modellato sul celebre programma CompStat, che permetterà di analizzare in tempo reale i dati sulle denunce e ottimizzare gli interventi.
Tuttavia Michael Sisitzky, membro del New York Civil Liberties Union, NYCLU, ha espresso forte preoccupazione, definendo l’iniziativa una nuova forma di “polizia delle finestre rotte”, la controversa teoria e strategia repressiva sviluppatasi negli anni ’80, che si basa sull’idea che tollerare piccoli reati o segnali di degrado urbano possa portare a un aumento dei crimini più gravi. A suo giudizio, il piano riflette l’incapacità dell’attuale amministrazione di andare oltre questo modello utilizzato da Rudolph Giuliani, nella Grade Mela e rischia di tradursi in un controllo eccessivo proprio nei quartieri già vulnerabili.
Giuliani e l’allora capo della polizia William Bratton applicarono la politica della tolleranza zero, che puntava a ristabilire l’ordine anche a partire dai dettagli: dalla rimozione dei graffiti, allo sgombero degli ambulanti, dei senzatetto, fino ai parcheggiatori abusivi. Questo piano contribuì alla drastica riduzione della criminalità, ma fu anche accusato di colpire in modo sproporzionato le comunità più fragili, generando tensioni e polemiche che ancora oggi dividono opinione pubblica e analisti.
Sisitzky ha sottolineato come queste risorse potrebbero essere meglio investite in servizi sociali, sanità, edilizia e opportunità educative, strumenti che migliorano davvero la qualità della vita dei cittadini, senza criminalizzare la povertà o la marginalità.