A Manhattan una nuova installazione sta lasciando i visitatori perplessi. Apparentemente si tratta di una grande gamba rosa mozzata all’altezza del ginocchio, affondata nel cemento, con un piede enorme dalle unghie smaltate di rosso e decine di lingue che spuntano dalla coscia.
Chiamata Foot Fountain, è l’ultima, provocatoria installazione dell’artista argentina Mika Rottenberg. Alta oltre tre metri, emerge da qualche settimana dal cuore della vecchia linea ferroviaria dismessa sopraelevata, trasformata adesso in passaggio pedonale, dove resterà esposta fino a maggio 2026.
Ma a rendere l’opera ancora più bizzarra è il suo meccanismo interattivo: i passanti possono azionare un dispositivo a pedali posizionato poco distante, e “farle spruzzare” acqua dalla sommità. Non serve molta immaginazione per capire a cosa alludano le reazioni del passanti: molti turisti, divertiti e confusi, si fermano per filmare la scena tra risate e reazioni perplesse.
Rottenberg ha spiegato che l’idea originale era tutt’altro che scandalosa: la gamba-fontana era stata pensata come un sistema poetico per irrigare le piante del parco. Ma, ha aggiunto, con il passare del tempo si è resa conto che la creazione poteva avere un’altra funzione: come rinfrescare i visitatori nelle giornate più calde dell’estate newyorkese. Una funzione utile, certo., ma anche fortemente ambigua, a metà tra il ludico, il surreale e l’allusivo.
L’impatto visivo è tale da non passare inosservato: più di una persona ha mostrato imbarazzo, e sui social c’è chi ha scherzato sul possibile doppio senso della scultura. Non è comunque la prima volta che l’artista gioca con il corpo grottesco e l’assurdo per esplorare temi sociali e culturali.
Non a caso Rottenberg è una delle voci più affermate dell’arte contemporanea internazionale: le sue opere sono esposte nei principali musei del mondo, dal MoMA al Centre Pompidou di Pariìgi e spesso esplorano il confine tra il desiderio e il disgusto.
Nel caso di Foot Fountain, l’esperimento sembra funzionare. Cattura lo sguardo, provoca una reazione e, soprattutto, trasforma un’area pubblica in un teatro urbano. E mentre l’acqua continua a zampillare dalla gamba monumentale, i passanti tra uno scatto e una pedalata si continuano a interrogarsi.