Due proiezioni negli Stati Uniti — il 10 luglio al Roxy Cinema di Manhattan e il 30 luglio al Martha’s Vineyard Film Center — celebrano una delle voci più singolari dell’arte contemporanea italiana. Hold Tight Missy! Isabella Ducrot Unlimited, titolo internazionale di Tenga duro signorina!, diretto da Monica Stambrini, è molto più di un ritratto d’artista: è una riflessione intima e potente sulla possibilità di rinascere, di affermarsi, e di meravigliarsi della vita anche quando il calendario sembra suggerire il contrario.
Isabella Ducrot ha cominciato a fare arte a 55 anni. Oggi, a più di novant’anni, è contesa dalle gallerie di mezzo mondo: da Sadie Coles a Londra alla Petzel Gallery di New York, da Art Basel agli arazzi commissionati da Dior. Eppure, il film non si concentra solo sul prestigio conquistato tardi, ma sul gesto quotidiano, sul pensiero che si fa trama, carta, tessuto. “La felicità, quella vera, arriva dopo i sessanta”, dice Ducrot nel documentario. E Monica Stambrini, che l’ha seguita per due anni con una camera e un’attenzione senza filtro, la prende sul serio.

“Ho iniziato a girare da sola, senza ‘spalle coperte’ – racconta la regista, già nota per progetti audaci e non convenzionali (Benzina, ISVN, Chutzpah) – perché volevo stare il più vicino possibile a Isabella, a volte come sguardo invisibile, altre come compagna di viaggio. Quello che mi ha colpita non è solo il suo successo tardivo, ma il modo in cui lo vive: come se fosse sempre una sorpresa”.
Il film ci accompagna nei suoi atelier, nei viaggi, negli incontri con galleriste come Gisela Capitain e curatori internazionali, ma anche nella quotidianità della sua casa romana, dove la vita scorre tra pile di tessuti e carte sottili come pelle. C’è il marito Vicky, compagno di scoperte e di pensiero, scomparso da poco. C’è la risata ironica di Isabella che racconta la sua Napoli, i suoi studi da autodidatta, la lunga convivenza con l’idea di “non valere abbastanza”. E poi c’è la materia viva delle sue opere, capaci di fondere Oriente e Occidente, gesto e silenzio, filosofia e desiderio.
“Essere donna e artista a novant’anni non è una stranezza – dice ancora Stambrini – è un atto politico”. In tempi che esaltano solo la giovinezza, Tenga duro signorina! rovescia la prospettiva, e celebra la maturità come spazio fertile, necessario, pieno di futuro.
Distribuito da Lucky Red e prodotto da Eolo Film Productions, il documentario ha debuttato alle Giornate degli Autori della Mostra del Cinema di Venezia. A New York arriva in versione sottotitolata, con due proiezioni speciali che offrono uno sguardo raro: quello su una donna che ha trasformato il tempo in spazio creativo, e l’età in un nuovo modo di stare al mondo.