Il 30 giugno Luckin Coffee, la più grande catena di caffè della Cina, ha aperto i suoi primi due punti vendita negli Stati Uniti. Entrambi si trovano a Manhattan: uno nel Greenwich Village e l’altro nel quartiere NoMad.
Fondata nel 2017 a Xiamen, nella Cina sudorientale, Luckin Coffee si è sviluppata rapidamente grazie a un modello centrato sulla tecnologia, sui prezzi bassi e sulla standardizzazione. In meno di due anni ha superato Starbucks per numero di punti vendita in Cina. Oggi conta oltre 22.000 negozi nel paese e una presenza crescente nel sud-est asiatico, in particolare a Singapore.
A differenza dei bar tradizionali, i locali di Luckin sono progettati per un consumo veloce e senza contatto: si ordina tramite un’app mobile e si paga in formato digitale. Nella maggior parte dei casi non sono presenti né casse né tavoli. I negozi funzionano principalmente come punti di ritiro per clienti che hanno già effettuato l’ordine.
Questo modello, che ha avuto successo in molte città cinesi, potrebbe incontrare ostacoli a New York, dove dal 2020 è in vigore una legge che vieta alle attività commerciali di rifiutare i pagamenti in contanti. Luckin non ha chiarito come intende adattarsi alla normativa statunitense.
Per promuovere l’apertura, l’azienda ha offerto bevande a 1,99 dollari e borse omaggio ai primi clienti. Il menù include caffè filtrato, espresso, cold brew, latte aromatizzati, matcha e bevande a base di frutta, come l’Apple Fizzy Americano o il Pomelo Americano.
Luckin Coffee è diventata celebre in Cina anche per un grave scandalo finanziario. Nel 2020 è stata accusata di aver falsificato i ricavi per circa 300 milioni di dollari. A seguito dell’inchiesta, la società è stata radiata dal Nasdaq e ha pagato multe per oltre 350 milioni di dollari, tra sanzioni delle autorità statunitensi e risarcimenti agli azionisti. Dopo la ristrutturazione, l’azienda è tornata a crescere: nel 2023 ha raddoppiato il numero di punti vendita e registrato un aumento dell’87% dei ricavi.
L’arrivo di Luckin negli Stati Uniti avviene in un momento delicato per Starbucks, che mantiene una posizione dominante nel mercato americano ma è sempre più sotto pressione in Cina, dove ha perso quote di mercato. Secondo alcune indiscrezioni, poi smentite dall’azienda, Starbucks avrebbe valutato la cessione parziale della propria attività cinese.
Non è ancora chiaro se Luckin intenda espandersi ulteriormente negli Stati Uniti. Per il momento, la sua presenza è limitata a New York, ma la strategia di prezzi contenuti e automazione potrebbe rappresentare un’alternativa attraente in un mercato saturo, segnato da un calo dei consumi e dalla crescente competizione tra catene.