Dopo la cucina e i monumenti storici che il mondo invidia all’Italia, c’è l’artigianato. In questo settore, il contributo femminile sta diventando talmente rilevante che Regione Toscana e la città di Genova hanno deciso di celebrarlo con un’iniziativa “Tessere Storie: From Leghorn to Jeans”. All’Istituto Italiano di Cultura di New York, i rappresentanti italiani hanno raccontato le storie di queste imprenditrici, partendo da due capi iconici: il cappello di paglia prodotto a Signa e i jeans, la cui nascita risale al capoluogo ligure.


Il direttore di Toscana Promozione Turistica, Francesco Tapinassi, ha sottolineato che il lavoro di queste donne non solo risulta in capi di grande valore, ma congiunge arte, design e la tradizione di una comunità.
La comunità di Signa, un borgo di 20.000 abitanti in provincia di Firenze, ha una lunga tradizione nella produzione di questo cappello. Le donne che lavorano a mano i filari del grano, chiamate trecciaiole, tramandano di madre in figlia le tecniche, diverse per ciascuna famiglia. Partendo dal porto di Livorno (da qui il nome in inglese “Leghorn hat”), questi capi divennero fra i più ricercati in Europa e anche negli Stati Uniti, come simbolo di qualità, resistenza ed eleganza. Alle radici sono un emblema di emancipazione femminile per le famiglie toscane.
I jeans, invece, sono nati dal lavoro instancabile delle intessitrici che producevano dei capi con un tessuto tinto di indaco molto robusto, ma pratico, che resistesse alle attività manuali di marinai e operai. I commercianti francesi vedendo i portuali di Genova indossarli cominciarono a chiamare il capo “blu de Gênes” e poi il nome si trasformò in “jeans” con gli inglesi.
Clara Svanera, responsabile delle relazioni internazionali di Toscana Promozione Turistica, ha dichiarato: “L’artigianato è un linguaggio potente e silenzioso, uno strumento vivo che racconta la storia di un luogo meglio di qualsiasi altra cosa. Questo progetto parte da New York e lo porteremo in altre sedi istituzionali e in fiere internazionali per mostrare il potere dell’artigianato come forma d’arte vivente del racconto, un modello virtuoso di narrazione congiunta tra territori diversi uniti da antichi saperi!”.



Alla fine della conferenza, il pubblico dell’IIC-NY è stato poi omaggiato con un buffet preparato dallo chef Roberto Caporuscio di Kesté per assaggiare il pesto alla genovese autentico. “Sette sono gli ingredienti fondamentali che lo rendono autentico – ha spiegato lo chef Roberto Panizza, fondatore del Campionato Mondiale del Pesto e ambasciatore della cultura culinaria ligure – e sono il basilico, l’olio extravergine, l’aglio, i pinoli, il parmigiano reggiano, il pecorino”. Ha poi presentato la prossima edizione del Campionato Mondiale del Pesto, che si terrà a il 29 luglio a Genova.