La comunità di Harlem ha festeggiato il venticinquesimo compleanno di uno dei locali più amati del quartiere, Settepani Restaurant. La famiglia al gran completo – lo chef Nino, l’imprenditrice Leah e i figli Bilena e Seyoum – hanno invitato gli amici, che hanno visto questo posto fiorire, per celebrare insieme l’anniversario in una calda serata primaverile, a base di musica jazz, spritz e una cassata siciliana da record.
Per l’occasione, hanno partecipato anche i rappresentanti istituzionali delle due comunità dalle quali la famiglia proviene: quella eritrea, da parte di madre e per la quale ha presenziato l’Ambasciatrice ONU Sophia Tesfamariam Yohannes, e quella italiana, per il padre e per la quale c’era il Console Generale Fabrizio Di Michele. “Siete l’incarnazione della storia americana – ha commentato –. Siete stati dei visionari e io sono molto orgoglioso di potervi festeggiare, non solo per il successo economico, ma anche perché siete una famiglia”.


Quella di Harlem non è stata la prima proprietà dei Settepani. Dopo un’esperienza al Greenwich Village, Nino riuscì ad aprire la pasticceria a suo nome a Williamsburg nel 1992. Intanto avevano altre attività in giro per la città. “Un giorno mia madre era qui in zona bloccata nel traffico – ha raccontato Bilena a La Voce di New York –. Voleva terribilmente un caffè, ma i locali più vicini, Native e Sylvia’s, erano a decine di blocchi di distanza”. Facendo un salto nel tempo, 25 anni fa, ad Harlem c’era poco e niente e la maggior parte dei palazzi residenziali erano – e sono tuttora – “landmark”, cioè edifici storici la cui planimetria non può essere modificata. “L’idea di aprire un bar qui – ha ripreso Bilena –, con pane fresco e brioche appena sfornate, non aveva riscosso tanto successo in realtà. La comunità aveva iniziato a chiedere ai miei genitori i piatti di pasta che offrivano già in uno dei loro ristoranti a Chelsea. E così, nonostante le limitazioni per mantenere intatta la struttura originale, hanno cominciato a dedicarsi di più alla ristorazione”. Oggi il locale risponde a qualsiasi esigenza: dalle colazioni (con la pasticceria prodotta a Brooklyn e trasferita poi ad Harlem) ai pranzi, agli aperitivi, alle cene preparate nella piccola, ma funzionale cucina.
Le specialità rimangono a disposizione tutto l’anno, come la pizza a lunga lievitazione (72 ore di riposo), la lasagna al ragù, i cannoli e la cassata. Ma Settepani offre anche menù stagionali, con diversi piatti tipici che si alternano, come i ravioli alla zucca. “Ogni anno non vedo l’ora che sia ottobre. Sono i miei preferiti”, ha commentato Bilena.
“Aver raggiunto questo traguardo non è facile nel nostro settore – ha raccontato Leah, che in particolare si occupa della gestione di questo locale, mentre Nino è a Brooklyn –. Abbiamo superato l’11 settembre, i giorni del blackout nel 2003, la recessione nel 2008 e in ultimo il Covid. Ho visto tante attività aprire e chiudere e forse il regalo più grande che ho fatto ai miei figli è proprio quello di venire a vivere qui. Ora sanno orientarsi nel mondo, hanno empatia e hanno una comunità straordinaria che li osserva sempre”.
Settepani è uno album dei ricordi, non solo di una famiglia, ma dell’intero quartiere, che pur evolvendo è rimasto fedele al locale. “Abbiamo partecipato a matrimoni, funerali di ogni tipo di vita – ha concluso Bilena –. Non siamo dottori, non facciamo operazioni a cuore aperto, ma facciamo parte della quotidianità o degli eventi speciali delle persone, il che penso sia molto straorinario”.