È degenerata in violenti scontri con la polizia la protesta contro l’ICE andata in scena martedì sera a Foley Square, nel cuore di Manhattan, dove migliaia di manifestanti hanno denunciato le operazioni di deportazione in corso a livello federale. L’escalation si è conclusa con 86 arresti.
Il corteo, convocato in coincidenza con le retate dell’Immigration and Customs Enforcement, ha paralizzato l’area attorno al municipio (City Hall) per diverse ore. Con il calare della sera, il raduno si è trasformato in un braccio di ferro con il NYPD: agenti in tenuta antisommossa hanno disperso i gruppi più agitati, effettuando decine di fermi tra cori, spintoni e lanci di oggetti.
Secondo quanto riferito dalla polizia mercoledì mattina, 34 persone sono state formalmente arrestate con l’accusa di disturbo dell’ordine pubblico, mentre altri 52 partecipanti hanno ricevuto una convocazione in tribunale per reati minori.
La folla – composta anche da attivisti con kefiah e volti coperti – si era radunata già nel primo pomeriggio esibendo cartelli come “Abolish ICE” e “ICE out of New York!”. I cori più ricorrenti gridavano “Mattone dopo mattone, muro dopo muro, questo sistema razzista deve cadere”. Tra gli oratori intervenuti la consigliera comunale di Brooklyn Shahana Hanif e il Public Advocate Jumaane Williams.
“In tutta la mia comunità si respira ansia e paura,” ha dichiarato Hanif. “Il sindaco Adams si sta piegando a Trump, spalleggia ICE e permette raid anti-immigrazione che devastano le nostre famiglie.” Williams ha rincarato la dose: “Adams è sparito. In una città costruita dagli immigrati, non è accettabile”.
Nel corso della serata si sono registrati momenti di tensione crescente. Alcuni manifestanti hanno cercato di forzare i cordoni di sicurezza attorno alla Jacob K. Javits Federal Building, mentre altri lanciavano bottiglie d’acqua contro gli agenti o tentavano di bloccare un furgone dell’ICE in uscita dal cortile. In più di un’occasione è stato necessario l’uso di spray urticante per contenere i disordini.
Un video diffuso sui social mostra una donna con una kefiah in bianco e nero essere placcata a terra con forza da vari agenti, urtando violentemente le transenne. Un altro filmato ritrae due uomini mascherati bloccati dalla polizia: uno viene afferrato per lo zaino, l’altro fermato mentre tenta di intervenire.
Alcuni agenti sono stati insultati pesantemente e presi di mira con fumo da sigaretta elettronica spruzzato in volto. Un cassonetto è stato rovesciato in mezzo alla carreggiata, mentre gli agenti tentavano di ristabilire l’ordine in Federal Plaza.
Il sindaco Eric Adams, intervenuto lunedì in conferenza stampa accanto alla commissaria Jessica Tisch, aveva già lanciato un monito dopo le violenze esplose nei giorni precedenti a Los Angeles. “Scene del genere non saranno tollerate nella nostra città,” aveva detto. Tisch ha promesso una “risposta rapida e decisa” in caso di attacchi contro le forze dell’ordine.
La protesta di martedì a Manhattan è arrivata in scia a cinque giorni consecutivi di disordini in California, dove il presidente Trump ha ordinato il dispiegamento di 2.000 soldati della Guardia Nazionale e 700 marines.
Secondo fonti del New York Post, Trump avrebbe escluso un intervento militare a New York “a patto che la NYPD tenga la situazione sotto controllo”. La rassicurazione sarebbe arrivata durante un incontro informale al golf club di Bedminster con il vice sindaco Kaz Daughtry e il capo del dipartimento di polizia John Chell.
Durante il meeting, Chell avrebbe assicurato al presidente che i disordini a New York non sarebbero degenerati come quelli di Los Angeles. “Non c’è bisogno di dispiegare la Guardia Nazionale nella nostra città”, avrebbe detto Trump.
Daughtry e Chell, che avevano già partecipato all’inaugurazione presidenziale all’inizio dell’anno, hanno pubblicato le foto dell’incontro su X, suscitando critiche nell’ambiente politico newyorkese. “Una giornata produttiva sul green con il presidente”, ha scritto Chell. Il sindaco Adams ha difeso i due: “Molti grandi accordi si sono conclusi su un campo da golf,” ha detto ai cronisti.
Nel frattempo, le proteste anti-ICE si sono estese anche a San Francisco, Seattle e Chicago, mentre lunedì decine di manifestanti erano già stati arrestati davanti alla Trump Tower.