In un momento storico per i diritti dei malati terminali, la legislatura di New York ha approvato un disegno di legge che consente a chi è affetto da una malattia incurabile di mettere legalmente fine alla propria vita attraverso l’assunzione di farmaci prescritti. Il testo, che ora attende la firma della governatrice Kathy Hochul, apre la strada a una scelta difficile ma per molti considerata un atto di dignità e autonomia personale.
La proposta permette ai pazienti terminali di richiedere sostanze letali, a condizione che la loro istanza venga approvata da due medici. Questa misura vuole offrire un’alternativa rispettosa alla sofferenza prolungata, consentendo a chi è gravemente malato di morire alle proprie condizioni, senza dover affrontare dolori insopportabili o un calvario medico prolungato.
Il senatore democratico Brad Hoylman-Sigal, promotore della legge, ha sottolineato che la normativa non mira ad accelerare il decesso, ma a porre fine alla sofferenza di chi non ha più speranze di guarigione.
Non sono mancati i pareri contrari, in molti hanno espresso preoccupazioni sia sul piano etico sia religioso. Alcuni oppositori sostengono che lo Stato dovrebbe piuttosto investire nel miglioramento delle cure palliative e dei servizi per il fine vita, anziché autorizzare una pratica controversa come quella del suicidio assistito.
La norma newyorkese si inserisce nel più ampio dibattito nazionale sul tema che negli Usa divide opinioni e legislazioni. La maggior parte dei paesi che hanno legalizzato la cosiddetta “Death with Dignity” impone rigide condizioni per la somministrazione di medicinali ad azione eutanasica, generalmente limitandola a soggetti con una prognosi di sei mesi o meno. Tra questi, stati come Oregon, Washington, California, Colorado e Vermont hanno leggi simili da anni.
Nel 2023, in Oregon, dove la pratica è stata legalizzata nel 1997, sono state registrate 233 prescrizioni di farmaci letali, con 171 persone che li hanno effettivamente assunti e 156 decessi correlati. Nel 2022, in California, i trapassi riconducibili a morte assistita sono stati 1.130, mentre in Colorado, nel 2021, sono stati 246.
Tuttavia, la maggior parte degli stati americani non consente ancora questa soluzione o la limita severamente, e spesso il dibattito pubblico si concentra sulla tensione tra autonomia individuale, etica medica e valori culturali o religiosi.