Justin Baldoni ha ufficialmente perso la causa intentata contro Blake Lively, suo marito Ryan Reynolds e la loro addetta stampa, Leslie Sloane. Il giudice federale Lewis J. Liman del Tribunale di New York, ha respinto le accuse di estorsione civile e diffamazione mosse dall’attore e regista in seguito alla denuncia di molestie sessuali presentata da Lively a dicembre.
Oltre ai diretti interessati, Baldoni aveva citato in giudizio anche il New York Times per diffamazione: il quotidiano statunitense era stato il primo a riportare la denuncia, tuttavia, anche questo procedimento è stato rigettato.
Gli avvocati di Lively hanno definito la decisione una “totale vittoria” e una “completa rivendicazione”, sottolineando che il procedimento intentato dal divo era privo di fondamento. Anche il Times ha accolto con favore la sentenza, definendo l’azione legale un “inutile tentativo di soffocare il giornalismo onesto”.
Secondo l’emittente televisiva CBS News, le accuse di Baldoni non hanno retto, poiché le affermazioni di Lively erano contenute in documenti protetti. Un principio giuridico chiamato “privilegio legale assoluto”, che tutela le dichiarazioni rese nell’ambito di querele, impedendo che possano essere considerate calunniose.
ll giudice ha inoltre stabilito che Baldoni e la sua casa di produzione, Wayfarer Studios, possano riformulare entro il 23 giugno le richieste riguardanti la presunta violazione contrattuale da parte dell’attrice. Questa possibilità permette loro di presentare eventuali modifiche agli addebiti prima di un’eventuale nuova valutazione. Per quanto riguarda le spese legali, ciascuna parte dovrà farsi carico, al momento, dei propri costi, salvo eventuali sviluppi futuri.
La disputa tra le due star di Hollywood è emersa in seguito all’uscita del film It Ends With Us, un adattamento del romanzo di Colleen Hoover. Durante la promozione, Baldoni ha partecipato separatamente agli eventi stampa rispetto alla co-protagonista e agli altri membri del cast, alimentando speculazioni su una presunta faida.