È arrivato il momento dell’anno più atteso per i mixologist e gli esperti di spirit. Martedì 10 e mercoledì 11 giugno torna Bar Convent Brooklyn, la più importante fiera del settore dei bar e delle bevande a livello internazionale. E quale miglior modo di presentare i marchi italiani che parteciperanno all’evento di Industry City se non organizzando un aperitivo con formaggi, pizza, ma soprattutto drink.
L’Italian Trade Agency di New York ha inaugurato la due-giorni dedicata ai liquori ospitando a Barlume, l’iconico speak-easy di Union Square, i protagonisti italiani di questa edizione. “L’export di alcolici italiani verso gli Stati Uniti – ha dichiarato Raimondo Lucariello, responsabile di Food & Wine dell’ITA-NY – è cresciuto almeno del 40% nei primi tre mesi. Se aumenteremo l’informazione sui prodotti provenienti dall’Italia, gli americani continueranno ad amarli”.



Con i liquori a disposizione il mixologist Michele Alfonso ha preparato una carta di drink per tutti i gusti, dal più dolce come il Lampone Spritz (liquore al lampone Roner Himbeere, prosecco, soda, menta) al più amaro come l’Otto (Vermouth Mancino di Torino bianco, Ambrato, Campari, Chinotto).
“È un onore per me stare da questa parte del bancone – ha raccontato Alfonso, impegnato nella composizione di un drink – perché mi piace miscelare prodotti italiani ed educare la clientela newyorkese. A differenza degli italiani, che sono più difficili da convincere, gli americani si affidano ai consigli dei bartender, che devono comunicare, informare”.


È proprio con questo spirito di apertura che la fiera è cresciuta. Dal 2023 al 2024, il numero di espositori è aumentato da 198 a 230 e c’è stato un incremento del 18% delle partecipazioni con oltre 5.300 presenze lo scorso anno. Anche per questa edizione sono attese altrettante persone. “C’è molta curiosità, soprattutto dietro agli spiriti italiani – ha commentato Alfonso – anche perché sono ormai in ogni bar. Sta spopolando la cultura dell’amaro, che oggi viene spesso miscelato”.


C’è fermento fra i rappresentanti dei brand italiani in vista della fiera. “Trovarsi a New York – ha dichiarato Giuseppe Cinquerrui, fondatore e CEO di Paesano –, per noi che veniamo da Niscemi, un piccolo borgo nel Sud-Est della Sicilia, è un passo enorme. Quando ho iniziato, cominciando a miscelare questi liquori in modo innovativo, c’era molta titubanza perché si tende a sminuire il cambiamento. Io ci ho creduto e siamo arrivati fino a qui”. Oggi, Paesano si fonda sul senso della famiglia – dopo diversi anni Cinquerrui si è riconnesso con alcuni parenti statunitensi – e sulla novità dei sapori. “Gli abbinamenti possono essere infiniti perché nella mixology non esiste razzismo. Ogni tipo di alcolico può essere rielaborato in diverse vesti”. E con questo approccio, Paesano è distribuito in Svizzera, Francia, Inghilterra, fino all’Australia e alla California.


Lo stesso entusiasmo è condiviso anche da Alessandra Zanin, presidente di Zanin 1895. “Essere qui è un sogno, la realizzazione di qualcosa che voglio portare da sempre nel mondo di Zanin per diffondere quello che facciamo da 130 anni: qualità, innovazione e prodotti meravigliosi. Questo secolo di storia è un grande orgoglio, ma anche un impegno nei confronti dei nostri clienti”. Oggi, l’azienda sta aprendo la sua filiale americana con l’obiettivo di scrivere autonomamente il proprio futuro. Al Bar Convent Brooklyn lanceranno un liquore al pistacchio, “molto apprezzato dal pubblico europeo perché è molto versatile: si può bere a 20°C da solo o miscelato con della tonica. Ma abbiamo anche una linea “zero alcol” per coloro che non possono bere alcolici”.