A lato dei colloqui a Doha, in Qatar, fra le delegazioni di Hamas e Israele, il premier israeliano Benjamin Netanyahu ha annunciato la ripresa dell’accesso degli aiuti umanitari nella Striscia di Gaza, affidata per ora a organizzazioni internazionali come il Programma Alimentare Mondiale e la World Central Kitchen. La decisione è stata presa senza votazione, “su raccomandazione dell’IDF”, ma nel contesto di forti pressioni da parte degli Stati Uniti. Netanyahu ha spiegato che Israele “permetterà l’ingresso di una quantità minima di cibo per la popolazione, per prevenire una crisi alimentare che metterebbe a rischio le operazioni volte a sconfiggere Hamas”.
L’offensiva terrestre dell’IDF nella Striscia continua con il totale sostegno del presidente israeliano, che su X ha dichiarato: “Abbiamo lanciato una campagna massiccia contro Hamas… le forze Idf stanno avanzando con forza nella Striscia di Gaza con un duplice scopo: la sconfitta di Hamas e il rilascio dei nostri ostaggi – due obiettivi intrecciati, che raggiungeremo entrambi”.
In giornata, Al Jazeera ha riferito che almeno altri quattro giornalisti sono stati uccisi a Gaza in tre distinti attacchi aerei apparentemente mirati. Il fotoreporter Aziz al-Hajjar è morto nella sua casa a Nord, insieme a sua moglie e ai suoi figli, mentre nel centro della Striscia, i giornalisti Nour Qandil e Khaled Abu Seif, anche sposati, sono deceduti insieme alla loro figlia nella loro abitazione, a causa dei bombardamenti. A Sud, vicino a Khan Yunis, Abdul Rahman Al-Abadla ha subito lo stesso destino. Queste sono le ultime cinque vittime appartenenti al mondo dell’informazione che seguono altre due risalenti al 15 maggio, per un bilancio totale di 222 giornalisti uccisi dal 7 ottobre 2023, segnando il terribile primato di guerra pù letale per la stampa.

Nel frattempo, nel cuore di Manhattan, migliaia di persone hanno partecipato alla parata annuale dell’Israel Day on Fifth Avenue. “Dopo gli attentati del 7 ottobre – ha dichiarato il commissario di polizia Jessica Tisch in una conferenza stampa sulle misure di sicurezza applicate per l’evento -, c’è stato un notevole aumento delle manifestazioni e delle emozioni profondamente personali da tutte le parti del conflitto. Abbiamo anche assistito a un inaccettabile aumento delle minacce e della retorica antisemita”. Unità cinofile, droni e telecamere di sicurezza aggiuntive sono state posizionate lungo il percorso della parata e nell’area circostante. L’accesso alla parata, dalla 62a alla 74a Strada sulla 5th Avenue, è stato limitato ai posti di blocco lungo Madison Avenue, chiusa temporaneamente ai veicoli nel tratto parallelo all’evento. Anche la sicurezza privata delle organizzazioni ebraiche ha pattugliato l’area.
“Sono qui perché sono orgoglioso di avere un nostro Stato e per essere sempre fiero di ciò che siamo – ha detto David, 19 anni, che ha preso parte alla parata -. Dovresti sempre essere orgoglioso di ciò che sei, anche se sei un perdente”, indicando un manifestante che regge dei cartelli che denunciano le condizioni di carestia in cui versa mezzo milione di palestinesi a Gaza. “La fame è colpa loro. Usano i loro soldi per le loro stupidaggini, per i razzi”, ha continuato il giovane. Per David, il fatto che una cinquantina di ostaggi siano ancora trattenuti da Hamas rimane un fattore cruciale. “Finché hanno i nostri ostaggi, non hanno il diritto di arrabbiarsi per qualsiasi cosa facciamo, in qualsiasi modo”. Più volte, gli alti funzionari del governo israeliano, incluso Netanyahu, hanno dichiarato che, pur restituendo tutti gli ostaggi, non è garantito un cessate il fuoco. La richiesta include anche “l’esilio dei terroristi di Hamas e il disarmo della Striscia di Gaza”, secondo una dichiarazione del suo ufficio.

Un agente della polizia di New York ha dichiarato a La Voce di New York che un gruppo di contro-manifestanti è stato “disperso” all’inizio perché non aveva il permesso. Alcune decine di attivisti che protestavano contro le atrocità di Gaza hanno marciato lungo Madison Avenue dalla 62a Strada, dove iniziava il corteo, senza potersi avvicinare all’evento a causa dei posti di blocco e venendo allontanati in vari punti dalle autorità. Un grande contingente che sembrava guidare la protesta era Neturei Karta, un’organizzazione ebraica Haredi antisionista che è stata presente in molte proteste dall’inizio della guerra di Gaza.
“Noi, come popolo ebraico, siamo qui per gridare: “Come osano celebrare questa ribellione contro Dio?”, ha commentato il rabbino Yitzchok Deutsch. Il rabbino haredi ha dichiarato a La Voce di New York di aver cercato di parlare con gli ebrei che andavano alla parata, chiedendo loro come credono che gli insegnamenti ebraici giustifichino le atrocità a Gaza. Le risposte si sono limitate a sguardi “ciechi” e insulti. “Questo genocidio, negli ultimi 19 mesi… Come è possibile che il mondo sia ancora in silenzio? È inaccettabile”.