La Columbia University ha annunciato che licenzierà 180 dipendenti dei progetti sovvenzionati dai fondi federali che l’Amministrazione Trump ha tagliato un mese fa. Questo è solo il primo capitolo di una serie cominciata al rientro dell’attuale presidente alla Casa Bianca che ha minacciato del pugno di ferro le università più prestigiose degli Stati Uniti dopo le proteste pro-Palestina dello scorso anno. Intanto, mercoledì pomeriggio, con striscioni e cori come “Free Palestine” un centinaio di manifestanti ha occupato la Lawrence A. Wein Reading Room nella Butler Library per qualche ora prima di essere cacciati con la forza dagli agenti della sicurezza del campus.
A inizio marzo, l’Amministrazione Trump aveva inviato una serie di richieste sulle politiche disciplinari, in seguito all’accampamento pro-Palestina dello scorso anno che aveva occupato il campus per diverse settimane. Il CdA della Columbia ha cercato di negoziare accettando gran parte dei voleri della Casa Bianca per evitare che venissero revocati circa 400 milioni di fondi federali destinati. Ma non c’è stato niente da fare.
“In alcuni casi – si legge nella comunicazione condivisa via mail dalla presidente ad interim Claire Shipman –, le scuole e i dipartimenti stanno riducendo le attività, ma restano pronti a riprenderle se il sostegno verrà ripristinato. La dirigenza continua a discutere con il governo federale per la ripresa”.
Shipman ha dichiarato che più di 300 borse per progetti di ricerca pluriennali in ambito medico sono stati cancellati. I 180 dipendenti potranno richiedere una buona-uscita attraverso il Research Stabilization Fund.
La scorsa settimana, studenti, docenti e ricercatori avevano manifestato per 25 ore ininterrotte per chiedere all’università di opporsi al volere dell’Amministrazione.
Intanto, dopo alcune ore di occupazione, la situazione alla Columbia sembra essersi calmata senza l’intervento della polizia di New York. “Il personale è informato di quello che sta succedendo – ha dichiarato un portavoce del Dipartimento di Polizia di New York (NYPD) al telefono – e si trova nell’immediata vicinanza dell’istituto in caso di necessità”.