A New York una petizione vuole legalizzare la presenza dei felini nei minimarket: custodi silenziosi contro i roditori, oggi rischiano multe e invisibilità normativa.
Nella Grande Mela, la battaglia per i diritti degli animali assume una sfumatura urbana sorprendentemente operativa. Al centro di una crescente mobilitazione cittadina ci sono i gatti delle bodegas, i negozi di quartiere che punteggiano ogni angolo della metropoli. Amati dai residenti, fotografati dai turisti, seguiti sui social come vere celebrità, questi felini non sono semplici bestiole da compagnia. Per i loro proprietari, rappresentano una soluzione efficace e silenziosa al cronico problema dei roditori. Eppure, la loro presenza è ancora considerata illegale secondo le leggi sanitarie della città.
Contro questa contraddizione, è stata lanciata un’iniziativa per il riconoscimento formale dei gatti delle bodegas come “strumenti” da lavoro. La proposta mira non solo a eliminare le sanzioni per i commercianti che li ospitano, ma anche a introdurre tutele concrete, come l’accesso gratuito alle cure veterinarie. Il focus della questione non è soltanto affettivo o estetico: per molte attività di quartiere, soprattutto nei contesti popolari, il gatto è una componente funzionale dell’equilibrio economico. La scelta, spesso obbligata, è tra una sanzione per la presenza del felino o multe più salate per infestazioni di topi.
Negli ultimi anni, la figura del “bodega cat” ha assunto una visibilità crescente. Account social, merchandising, tour guidati e persino iniziative editoriali hanno trasformato questi animali in simboli della vita ordinaria newyorkese, riflettendo l’identità culturale stratificata di una città in costante mutamento. Nati all’interno di attività gestite da comunità migranti portoricane e dominicane, oggi i minimarket sono spesso gestiti da yemeniti, egiziani, pakistani e indiani. Ma il nome bodega è rimasto, come pure l’animaletto che li abita, incarnando un senso di continuità e appartenenza.
La raccolta fondi collegata alla petizione, con un obiettivo di 30.000 dollari, intende garantire il benessere dei felini e offrire assistenza illimitata. Una causa che ha trovato ampia eco tra cittadini, influencer e content creator, dimostrando come la difesa di queste creature possa intrecciarsi con istanze di giustizia sociale, memoria urbana e lotta contro le disuguaglianze.
Il dibattito ha ormai superato la nicchia degli appassionati di animali: la questione dei gatti delle bodegas diventa una metafora potente di come anche la legalità debba sapersi adattare alla realtà dei territori, riconoscendo valore alle pratiche consolidate della vita quotidiana. In attesa di una risposta istituzionale, i gatti continueranno a presidiare gli scaffali e i retrobottega, silenziosi e ostinati, come veri lavoratori anche se senza un contratto.