Dalla sconfitta della sinistra ai 100 giorni del secondo mandato di Donald Trump, alle elezioni amministrative newyorkesi. Il presidente del Gruppo Esponenti Italiani (GEI) Mario Calvo Platero ha moderato una riflessione sulla situazione politica italiana e americana con i contributi dell’ex deputato e attuale direttore de Il Secolo d’Italia Italo Bocchino, dell’ex sindaco di New York Bill de Blasio, del giornalista del Corriere della Sera Federico Rampini e del professore della New York University Antonio Monda.
La discussione è partita dalla presentazione dell’ultimo libro di Bocchino, Perché l’Italia è di destra. Contro le bugie della sinistra (Solferino, 2024). L’autore ha ripercorso le varie fasi della Repubblica italiana, dalla caduta del fascismo con il primo referendum il 2 giugno 1948 all’ascesa al governo dell’imprenditore defunto Silvio Berlusconi nel 1994, fino alle ultime elezioni politiche del 2022 con la vittoria di Giorgia Meloni. Attraverso un’analisi attenta, Bocchino ha spiegato che il popolo italiano è storicamente conservatore, tradizionalista e cattolico (“anche quando non crede o non professa una fede”).

A incidere sulla sconfitta delle sinistre, secondo l’ex deputato, è stata l’assenza di un leader che emergesse e che sapesse rivolgersi ai problemi della classe media piuttosto che alle élite accademiche. Anzi, chi si è fatto avanti si è poi auto-sabotato, come Massimo D’Alema nel 2000 e Matteo Renzi nel 2016. Ha concluso con una provocazione: “Le sinistre vincono quando si spingono verso destra con candidati liberali”.

La debolezza della sinistra italiana descritta da Bocchino è stata messa a confronto con quella americana attraverso i contributi di de Blasio e Rampini, ripartendo dalle campagne elettorali del 2024 di Donald Trump e Kamala Harris fino a oggi. Le politiche protezioniste e l’approccio diretto del capo dei MAGA hanno vinto il voto della classe media, disincantata dai democratici. Ora quell’energia che permette a un partito di rinascere proviene da Alexandria Ocasio-Cortez e Bernie Sanders, secondo l’ex sindaco di New York. “Non si concentrano sui problemi sociali, ma su quelli economici. Ed è questo che coinvolge le persone”.
Tuttavia, secondo de Blasio, nessuno dei due vincerà le elezioni presidenziali del 2028 nel caso in cui si candidassero perché quella stessa energia che coinvolge le masse potrebbe spaventare una parte del partito. Inoltre, Rampini ha aggiunto, le loro posizioni su alcune questioni fondamentali per gli americani, come l’intervento dello Stato o un aumento delle tasse, sono troppo progressiste.