Un pedaggio da 9 dollari rischia di innescare una battaglia istituzionale tra Washington e New York. Con un ultimatum fissato al 21 maggio, l’amministrazione Trump ha minacciato di sospendere tutti i finanziamenti e le autorizzazioni federali per nuovi progetti infrastrutturali nella Grande Mela. Metropolitan Transportation Authority MTA, l’ente che gestisce il sistema di mobilità pubblica dell’area metropolitana della Big Apple, nel frattempo dovrebbe interrompere il programma di congestion pricing attivo nel centro di Manhattan.
L’avvertimento è arrivato direttamente dal segretario ai Trasporti, Sean Duffy, che in una lettera alla governatrice Kathy Hochul ha definito “illegale” il pedaggio attualmente in vigore. Il governo, ha dichiarato Duffy, non intende continuare a finanziare “un sistema fallimentare” che, utilizza il nuovo balzello solo per colmare i buchi di bilancio. Il dipartimento smetterà dunque di concedere licenze e approvazioni ambientali, fatta eccezione per i progetti di sicurezza, se il provvedimento non verrà annullato.
Il piano, in funzione dal 5 gennaio, impone una tariffa alle vetture private nelle ore di punta per chi entra nel distretto centrale degli affari, dalla 60th Street al sud dell’isola. I risultati, secondo i dati MTA, sono già visibili: da quando è entrato in vigore fino a marzo si sono registrati 5,8 milioni di veicoli in meno nella zona soggetta alla tassa, e solo nei primi due mesi l’incasso ha superato i 100 milioni di dollari. L’obiettivo principale era quello di decongestionare il traffico, migliorare la qualità dell’aria e raccogliere fino a 15 miliardi per finanziare iniziative cruciali come l’estensione della Second Avenue Subway ad Harlem e l’ammodernamento della rete metropolitana.
La risposta di Kathy Hochul però non si è fatta attendere. In una nota diffusa via e-mail, la governatrice ha bollato come infondate le intimidazioni, ha ribadito che la tariffazione è pienamente legale, e ha evidenziato i suoi benefici già concreti: traffico in calo, attività economica in ripresa e un sistema che funziona.
Anche MTA non sembra intenzionata ad arretrare. L’ente ha già avviato un’azione legale contro l’amministrazione Trump, dopo che Duffy ha ritirato l’approvazione federale del programma a febbraio. Nei giorni scorsi, la società ha presentato una versione aggiornata della denuncia, chiedendo al tribunale di impedire al governo di bloccare, ritirare, revocare o ritardare l’erogazione di qualsiasi finanziamento a suo favore. L’amministratore delegato Janno Lieber ha precisato che le questioni legali sollevate sono già state affidate alla valutazione della corte e ha aggiunto che, il sistema di controllo rimarrà attivo e i cittadini potranno continuare a beneficiarne.