Da quando la notizia si è diffusa anche oltreoceano, le parrocchie newyorkesi hanno organizzato momenti di preghiera, rosari e messe per commemorare Papa Francesco, morto lunedì mattina a 88 anni per un ictus. La comunità ha risposto partecipando attivamente recandosi in chiesa per pregare.


Nella cattedrale di Saint Patrick sulla Fifth Avenue, il cardinale Timothy Dolan ha ricordato il pontefice alla presenza di diverse autorità cittadine, fra cui anche il sindaco Eric Adams, per la grande misericordia “reciproca”: “Era un trovatore della misericordia di Dio, che predicava costantemente per noi e che incoraggiava. Per noi cattolici, questa è una morte in famiglia. Non per niente lo chiamavamo Santo Padre”.

Nella basilica di Old Saint Patrick, nel cuore di Nolita, gli italiani, coinvolti da don Luigi Portarulo, si sono mescolati al resto dei newyorkesi. “Chi lo ha conosciuto da vicino – ha commentato il parroco lucano durante l’omelia – sa che la qualità del suo animo stava proprio nella sua umanità evangelica. Il più grande insegnamento è la sua misericordia. Era contento, curioso, vicino alla vita reale delle persone”.

Un tratto evidente anche durante l’ultima visita di papa Francesco negli Stati Uniti nel settembre 2015. In meno di 40 ore, era atterrato all’aeroporto JFK, detto i vespri nella cattedrale di Saint Patrick, tenuto un discorso alle Nazioni Unite, visitato il memoriale del 9/11 insieme ai rappresentanti di diverse comunità religiose, incontrato i bambini di una scuola elementare ad Harlem, attraversato Central Park e celebrato una messa al Madison Square Garden davanti a 18 mila fedeli. Poi era ripartito alla volta di Washington per intervenire davanti al Congresso – la prima volta di un pontefice.