A distanza di cinque anni dalla condanna che aveva segnato l’inizio della sua caduta, Harvey Weinstein torna nella stessa aula di tribunale per affrontare un nuovo processo per stupro. Il procedimento, che potrebbe durare dalle quattro alle sei settimane, si preannuncia complesso e cruciale per il futuro giudiziario dell’ex re di Hollywood, attualmente detenuto nel carcere di massima sicurezza di Rikers Island.
Entro il 21 aprile, data di inizio ufficiale del processo, sarà selezionata la giuria chiamata a valutare le nuove accuse: due per atti sessuali criminali di primo grado e una per stupro di terzo grado. Tre capi d’imputazione che coinvolgono anche due donne già presenti nel primo processo e una terza vittima, la cui identità è rimasta finora sconosciuta.
Un portavoce di Weinstein, intervistato da Vulture, ha dichiarato che l’ex produttore “guarda con fiducia a un processo rapido ed equo” e che confida nel fatto che “le prove e le testimonianze dimostreranno la sua innocenza, mettendo fine a un lungo ciclo di accuse e narrativa mediatica”.
Lo scorso dicembre, Weinstein era stato ricoverato d’urgenza, ma ciò non ha fermato l’avanzare delle vicende legali a suo carico. Seppur già condannato in California per un altro caso di stupro, il recente annullamento della sentenza del 2020 a New York ha riaperto scenari inattesi: l’ex magnate della produzione cinematografica dovrà affrontare nuovamente l’intero iter processuale.
Intanto, fuori dall’aula di tribunale, emergono anche vecchie polemiche: secondo il regista Joe Russo, Weinstein avrebbe danneggiato il genere dei cinecomic per motivi deliberati. Un’accusa marginale rispetto ai crimini di cui è imputato, ma che contribuisce a delineare il ritratto di una figura sempre più controversa.