I giovani universitari italiani dei college newyorkesi hanno conquistato l’Istituto Italiano di Cultura a Park Avenue. L’istituzione ha celebrato Glauco Rampone, studente di Statistica e Matematica all’Università di Bologna, originario di Benevento e vincitore della United for Progress Fellowship. La borsa copre il soggiorno di quattro giorni nella Grande Mela in occasione dell’Italian Symposium, la prima edizione statunitense di un evento pensato da United Italian Societies con panel formativi e networking per connettere gli italiani che studiano all’estero con esperti del settore.

“Oggi rappresento anche tutti gli studenti che sognano opportunità come questa – ha commentato Rampone –. Esperienze di questo tipo non sono solo utili, ma essenziali perché ci danno la possibilità di allargare i nostri orizzonti grazie a leader mondiali del settore che partecipano al Symposium. E quando poi torneremo a casa ci porteremo dietro questa nuova visione più ampia nelle nostre comunità, soprattutto per chi viene dal meridione italiano, dove è più difficile accedere a relazioni internazionali”.
A celebrare Rampone, i principali esponenti della comunità italiana a New York a partire dal Console Generale Fabrizio Di Michele. “Viviamo in un momento di incertezza ed è importante non rinunciare a 80 anni di interessi e relazioni transatlantiche. L’iniziativa dell’Italian Symposium è essenziale: una piattaforma per aprirsi a nuove domande e ricevere delle risposte concrete. Credo nei giovani e nelle loro capacità di unirsi e spendersi e questo ne è l’esempio”.


Anche il presidente della National Italian American Foundation Robert Allegrini, l’organizzazione che rappresenta oltre 20 milioni di italoamericani negli Stati Uniti e che ogni anno offre fellowship per dare la possibilità a migliaia di studenti americani di studiare in Italia, ha dichiarato: “Dobbiamo continuare a contagiarci a vicenda, l’Italia un po’ più americana e l’America un po’ più italiana, per raggiungere risultati ancora più grandi. Sta a voi, a questa nuova generazione, portare avanti i nostri valori condivisi, queste iniziative per rafforzare i rapporti fra i nostri Paesi”.
In occasione della cerimonia di premiazione è intervenuto anche Giuliano Iannaccone, Chair del dipartimento International and Retail Practices di Tarter Krinsky & Drogin, uno degli sponsor dell’Italian Symposium, che ha definito la Fellowship come un “contributo per portare avanti la legacy italiana all’estero”. “Sono rimasto molto colpito dall’impegno di questi ragazzi e ragazze nell’organizzare l’intero evento, la loro professionalità, le idee, la capacità di bilanciare vita privata e accademica. Questa iniziativa è la prova che gli italiani non solo si stanno preparando per il futuro, ma che sono concentrati sul presente”.


Prima di concludere la cerimonia di premiazione, gli organizzatori dell’Italian Symposium, Angelika Maria Lattanzio e Tobias Luciano Benetton, hanno ripreso il programma alla Columbia University fino a domenica a pranzo e le intenzioni di United for Progress: “Negli Stati Uniti abbiamo cominciato solo a gennaio e in due mesi siamo riusciti a coinvolgere speaker e sponsor. Ora puntiamo a estendere l’associazione prima e la borsa poi anche i prossimi anni e a più persone possibili”.