L’ITA – Italian Trade Agency di New York ha riunito esperti del settore e investitori per discutere delle nuove ed enormi possibilità dell’Intelligenza Artificiale.
Con l’introduzione del capo della divisione Informazione, Investimenti e Start-Up di ITA–NY, Claudio Bertinetto, e del moderatore Davide Ippolito, Stefano Martiniani, assistant professor di fisica, chimica, matematica e neuroscienze alla New York University, ha tenuto una lecture sulle potenzialità dell’AI. Se fino a qualche anno fa era difficile contemplare l’idea che questo strumento potesse produrre un’immagine, oggi può anche costruire video, guidare automobili, comporre canzoni, tanto che se “un bot ci chiamasse non sapremmo distinguerlo dalla voce umana”. Ed è il momento che le aziende sfruttino questa tecnologia e ci investano, come sta succedendo con la costruzione dei data center.
In particolare Martiniani ha introdotto il Large Language Model (LLM), un sistema in grado di autoalimentarsi tramite i prompt che ricevono ed elaborare risposte complete analizzando grandi quantità di informazioni. “Il modello impara autonomamente – ha spiegato il ricercatore – integrandole nuove nozioni a quelle che ha già. Quando poi viene stimolato, reagisce avendo già fatto una selezione. Come i neuroni del cervello umano: trattengono le informazioni e le ripropongono quando necessario”. Tuttavia i risultati sono affidabili al 95%, quindi l’essere umano è ancora fondamentale.

Il professore e oncologo Antonio Giordano, pioniere nella genetica e nella ricerca sul cancro, ha spiegato l’enorme potenzialità dell’AI, dalle prime analisi sul DNA alla sintesi di interi patrimoni genetici, fino all’organizzazione e combinazione di milioni di dati su diverse malattie per sviluppare medicinali. “È impressionante vedere come cambia continuamente il nostro DNA. C’è un’altissima domanda di dati in tutto il mondo per sviluppare nuovi studi clinici verso medicinali e terapie. L’AI può avanzare interpretazioni, aprire altri scenari da sottoporre al cervello umano”. Università, centri di ricerca, ma anche grandi aziende stanno finanziando queste tecnologie per identificare altre malattie e trovare delle soluzioni. L’ultimo caso più noto, ha dichiarato il professore Giordano, è Pfizer che attraverso il suo assistente AI ha sviluppato il vaccino per il coronavirus.
In un secondo momento, si è passati alla pratica con l’esempio concreto e di successo di Innovaway. L’azienda napoletana di consulenza, gestione dell’infrastruttura, soluzioni cloud e automazione guidata dall’AI, dopo 25 anni di attività a livello internazionale, ha aperto la sua prima sede negli Stati Uniti a Filadelfia lo scorso anno e ha cominciato a mettersi in contatto con le realtà locali per creare una rete solida. I dirigenti, Antonio Giacomini, Chairman e CEO, e Philip Rouvrais, Chief International Business Officer e CEO di Innovaway USA, hanno presentato le attività e i traguardi raggiunti finora agli investitori che hanno partecipato all’evento. “Crediamo nelle potenzialità che ci sono in quest’altra costa dell’Atlantico – ha dichiarato Giacomini –. Negli ultimi anni, abbiamo avuto una crescita quattro volte superiore a quanto programmato. Il mondo sta cambiando a un ritmo sempre più veloce. Se volete rimanere nel mercato, se volete continuare a essere competitivi l’unica soluzione è cominciare ad adottare queste tecnologie”.

Per l’occasione, Innovaway ha lanciato la partnership con Manpower Group, multinazionale che si occupa di gestione delle risorse umane e che sfrutterà la collaborazione per agevolare diversi passaggi, quali la raccolta di dati in modo ordinato da presentare correttamente ai clienti.