In collaborazione con la New York University, il figlio Giulio dell’ex Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha presentato al Gruppo Esponenti Italiano guidato da Mario Clavo Platero Il mondo sulle spalle. Una storia familiare e politica, appena pubblicato in Italia da Mondadori. Nel memoir vita pubblica e privata si intrecciano ai fatti geopolitici celebrando un uomo che si è speso per tenere unita l’Italia dall’interno e rafforzare i rapporti con gli altri Paesi, sforzi per cui è stato simbolicamente incoronato a “Re Giorgio”. Più volte Napolitano si è recato a Washington per consolidare la presenza italiana nel panorama internazionale, diventando il “comunista preferito” dell’ex segreatrio di Stato Henry Kissinger e incontrando prima George W. Bush e poi Barack Obama, con il quale sviluppò una stima reciproca importante.

Il prof. Napolitano ha ripreso alcuni degli episodi salienti della vita del padre, soprattutto quelli americani, contestualizzandoli alle forti tensioni attuali. Il presidente del GEI Mario Calvo Platero ha moderato la discussione integrando i racconti più personali a quelli professionali dei giornalisti Francesca Forcella e Federico Rampini, del professor Antonio Merlo, preside della facoltà di Arte e Scienze alla NYU e del professor Stefano Albertini, direttore della Casa Italiana Zerilli-Marimò. Questi ultimi due, in particolare, hanno accolto l’ex Presidente della Repubblica alla NYU durante un incontro con gli studenti nel 2011.

A margine dell’evento abbiamo fatto qualche domanda al prof. Napolitano.
Considerando la situazione geopolitica attuale, crede che il libro debba essere riscritto in maniera diversa?
“No, non penso che il libro debba essere riscritto perché racconta una storia lunga di lunga durata in cui ne sono successe di tutti i colori. Fa parte dell’andamento ciclico della storia. E sono convinto che i legami profondi tra l’Europa e gli Stati Uniti, tra l’Italia e gli Stati Uniti, vadano al di là di qualsiasi stagione politica con le sue posizioni e i suoi orientamenti”.
Come si muoverebbe suo padre di fronte alle vicende attuali, alla minaccia del presidente Donald Trump di imporre dazi sui prodotti europei dal 2 aprile?
“Credo che farebbe esattamente quello che sta facendo il presidente Sergio Mattarella. Ricorderebbe ogni giorno l’importanza degli scambi commerciali tra l’Italia, l’Europa e gli Stati Uniti sia per il benessere delle nostre popolazioni sia come germe di pace e di collaborazione tra i Paesi e i popoli”.
Qual è il miglior insegnamento che suo padre le ha lasciato?
“Credo che l’insegnamento più grande sia quello della serietà, della preparazione, dell’affrontare i problemi in modo lucido per cercare soluzioni nell’interesse generale”.
Questo evento sul Presidente “americano” ha concluso la serie di panel in occasione del cinquantesimo anniversario del GEI, che ha raggiunto il culmine con la cerimonia di consegna del GEI Award al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella celebrato lo scorso 6 maggio.