Il primo sole primaverile entra dalle finestre della Frick Collection e fa brillare quadri, ceramiche e composizioni antiche, in perfetta armonia con gli alberi verdi della Fifth Avenue. Dopo cinque anni di ristrutturazione, le porte della residenza del magnate Henry Clay Frick, al civico 1 East 70th Street, riaprono alla stampa. Per il pubblico, la data da segnare è il 17 aprile.
“Ci saranno tante novità — ha raccontato il vicedirettore del museo Xavier Salomon ai microfoni de La Voce di New York —. Una nuova reception, un nuovo auditorium, un nuovo ristorante, un nuovo spazio espositivo”. La parte più attesa è il “Second Floor”, quello più intimo per Frick, dove c’erano le camere da letto ora convertite negli uffici dell’amministrazione, al quale i visitatori avranno accesso per la prima volta dall’inaugurazione del museo nel 1935.


Gli ambienti sono così stati ristrutturati per riscoprire i luoghi come erano stati concepiti all’inizio. “Uno dei lavori più complicati è stato il restauro della Boucher Room, che era il boudoir della signora Frick – ha spiegato il vicedirettore Salomon –. Originariamente era al piano superiore. Poi è stato sposato al piano inferiore negli anni ’30 e noi lo abbiamo voluto riportare dov’era stato pensato. Abbiamo dovuto spostare tutto, compreso il caminetto e i pannelli dipinti. È stata un’enorme soddisfazione vederlo finito”. Oppure i due soffitti del Long Hall e del Lajoue Passage, dove sono stati rinfrescati i disegni con scene in stile cinese. E ancora, “una delle ultime cose, le sale al piano terra – West Gallery, Oval Room e East Gallery – che sono state ripristinate come erano all’inaugurazione del museo nel ’35”.
Piero della Francesca accanto a Degas, Manet, Monet, sono solo alcuni dei gioielli del Second Floor della Frick Collection. È il luogo più intimo che introduce i visitatori alla collezione più personale della famiglia, quella preferita dal magnate. Lungo le scale padronali che riportano al piano terra, c’è un meraviglioso organo che appartiene alla residenza da generazioni. È incastonato nella parete, ancora funzionante, ma viene trattato come opera e non come strumento. In fondo, Il Soldato con ragazza sorridente (1658 ca.) di Jan Vermeer. Le luci sono state posizionate in modo tale che chi scende gli ultimi gradini si perda nelle chiacchiere dei due protagonisti del quadro.


La ristrutturazione ha ridato luce all’antico palazzo di Frick, concentrandosi sulla sua eredità. “Molti dipinti del piano terra sono stati ridistribuiti – ha spiegato Katherine K. Ellis, manager del dipartimento di marketing della Frick –, ma sono rimasti perlopiù dove stavano per dare continuità a quello che è l’essenza del museo”. La biblioteca è stata rinfrescata con le collezioni storiche del magnate newyorkese. Al patio interno sono state aggiunte le panchine ed è stata ripulita la fontana centrale. All’ingresso sono stati aperti il nuovo ristorante e uno spazio da dedicare alle esposizioni temporanee per mantenere la tradizione della Frick di riesaminare i capolavori della collezione permanente. Il 18 giugno si comincia con Vermeer’s Love Letters.

“Si basa su uno dei quadri chiave della collezione – ha commentato il vicedirettore Salomon – che rappresenta la padrona di casa con una donna di servizio con una lettera. Questo verrà accoppiato ad altri due Vermeer con gli stessi soggetti ed è la prima volta che questi tre dipinti verranno visti insieme nella stessa sala. Si tratta di due prestiti importanti, uno da Dublino e uno da Amsterdam”.
Non solo gli spazi, ma la Frick Collection si rinnova anche nei programmi. Il nuovo auditorium Stephen A. Schwarzman, da 218 posti a sedere, ospiterà lo Spring Music Festival dal 26 aprile all’11 maggio. Sarà organizzata anche una serie di incontri nella Ian Wardropper Education Room appena inaugurata per esplorare diverse tematiche.