New York ha già incassato oltre 100 milioni di dollari nei primi due mesi dall’introduzione della congestion pricing, il pedaggio per i veicoli che entrano a Manhattan a sud della 60esima strada. Solo a febbraio, le entrate hanno raggiunto i 52 milioni di dollari e hanno confermato il potenziale economico della misura, pensata per ridurre il traffico e finanziare la Metropolitan Transportation Authority MTA, l’ente che gestisce il sistema di trasporti pubblici dell’area, che include metropolitana, autobus e alcune linee ferroviarie. Tuttavia, l’iniziativa è finita nel mirino dell’amministrazione repubblicana, che sta cercando di bloccarla.
Il piano, operativo dal 5 gennaio, prevede una tariffa di 9 dollari per la maggior parte dei veicoli che circolano durante le ore di punta. Secondo i dati diffusi dalla compagnia il transito in ingresso a Manhattan il mese scorso è aumentato del 2% rispetto al precedente, con una media giornaliera di 481.907 veicoli e una previsione di guadagno annuo di circa 500 milioni.
Ma il futuro del programma è incerto. Nei giorni scorsi, il segretario ai Trasporti Sean Duffy ha concesso alla Grande Mela un ulteriore periodo per disattivare la procedura. L’amministrazione federale, ritiene che il pedaggio urbano possa penalizzare residenti e imprese, mentre i suoi sostenitori sottolineano i vantaggi per la mobilità e l’ambiente.
L’MTA, difende con fermezza la decisione, ritiene che la tariffazione sia una soluzione necessaria per modernizzare e migliorare il trasporto pubblico, oltre che per ridurre l’inquinamento legato al traffico.
Nonostante le tensioni politiche, il progetto ha già dimostrato di poter generare risorse fondamentali per la città. I prossimi mesi saranno cruciali per capire se la Big Apple riuscirà a difendere la sua strategia o se dovrà cedere alle pressioni federali e compromettere un’iniziativa che potrebbe diventare un modello per altre metropoli.