Calcio e buon cibo. Rimangono gli elementi più forti che legano gli italiani all’estero ed è la formula vincente con cui il neoeletto presidente di Serie A, Ezio Simonelli, è arrivato a New York per consolidare il rapporto con la comunità, accompagnato da due ambassador d’eccellenza: Andrea Pirlo e Marco Materazzi, campioni del mondo con la Nazionale del 2006.
Insieme al capo marketing Michele Ciccarese, Simonelli ha presentato un piano di investimenti in vista dei prossimi appuntamenti delle squadre italiane. Per ora alle prese con lo scudetto e i campionati europei, a giugno e luglio Juventus e Inter si sono qualificate per il Mondiale per Club 2025 che si svolgerà negli Stati Uniti, una premessa della World Cup 2026 per cui l’Italia si deve ancora qualificare e che coinvolgerà anche Canada e Messico.
“Oggi – ha dichiarato il presidente Simonelli – la Lega è diventata una media company che produce il prodotto calcio, distribuisce direttamente le partite tramite broadcaster e abbiamo un centro di eccellenza a Lissone. Siamo stati i primi a introdurre la “Goal Line Technology”. Vogliamo sperimentare e spesso il risultato è che gli altri ci seguono”.
“Il calcio – ha concordato il Console Generale d’Italia a New York Fabrizio Di Michele – per noi è questione di passione, ma qui ha il potenziale di diventare un vero e proprio business. Dalla nostra prospettiva, nella diplomazia, lo sport è uno strumento per crescere”.

Dallo scorso agosto, all’inizio della stagione attuale, il calcio italiano ha assunto una certa rilevanza nel mercato nordamericano, con nove squadre di proprietà statunitense e una canadese e cinque giocatori di punta che vestono le maglie della Serie A: Weston McKennie e Timothy Weah alla Juventus, Christian Pulisic e Yunus Musah al Milan e Gianluca Busio al Venezia.
“È eccezionale avere queste dieci proprietà così unite – ha commentato Simonelli –. Hanno voluto dare un passo più professionale alla Lega Calcio rispetto a quella che in Italia conoscevano come una lega litigiosa. Ora è un gruppo che vede in grande”. Non si limita solo allo sport. Per il presidente, il calcio può essere veicolo per parlare di cucina, moda, cultura, dell’Italia più in generale basandosi sui dati annuali di visitatori che lo Stivale riceve dagli Stati Uniti: in media 5 milioni di persone attraversano l’oceano Atlantico e potrebbero essere potenzialmente interessate a guardare il campionato italiano durante l’inverno. Senza contare i quasi 18 milioni di italoamericani sparpagliati da Est a Ovest. “La grande partecipazione a questo evento newyorkese è una conferma che siamo molto seguiti”.
“Rappresentiamo l’eccellenza dell’Italia – ha dichiarato Andy Mitchell, CEO di Serie A in Nord America –, dallo sport al cibo, al vino, alla moda, ed è quello che ci distingue dalle altre leghe”.