James Dennehy, il capo dell’FBI di New York, è stato costretto a presentare le sue dimissioni. Dennehy, un leader molto stimato nella comunità delle forze dell’ordine di New York che ha anche prestato servizio nel corpo dei Marines, ha detto di essere stato costretto a dimettersi da vicedirettore responsabile dell’ufficio di New York dell’FBI, uno degli incarichi più prestigiosi dell’agenzia federale.
“Venerdì sera, sono stato informato che dovevo presentare i miei documenti di pensionamento entro oggi, cosa che ho appena fatto. Non mi è stata data una motivazione per questa decisione”, ha detto Dennehy in un’e-mail mandata ai suoi collaboratori.
“In ogni caso, mi scuso con tutti voi per non essere stato in grado di rispettare il mio impegno nei vostri confronti di servire come direttore della sede dell’FBI di NY per almeno due anni. Ma mentre me ne vado oggi, provo un immenso senso di orgoglio: aver rappresentato uno studio di professionisti che faranno sempre la cosa giusta per le giuste ragioni; che cercheranno sempre la verità rispettando lo stato di diritto; che seguiranno sempre i fatti, non importa dove conducano e non si scuseranno mai; che non si piegheranno mai, non si spezzeranno, non vacilleranno o non rinunceranno alla propria integrità; che gestiranno sempre casi e prove con un’eccessiva cautela e attenzione per gli innocenti, le vittime e il processo in primo luogo; e che rimarranno sempre indipendenti”.

Dennehy si è scontrato con il procuratore generale aggiunto in carica Emil Bove, l’ex avvocato personale di Trump, sull’identificazione degli agenti che hanno svolto le indagini sull’assalto del 6 gennaio, scrivendo in un’e-mail allo staff: “Oggi ci troviamo nel mezzo di una battaglia tutta nostra, mentre brave persone vengono mandate via dall’FBI e altre vengono prese di mira perché hanno svolto il loro lavoro in conformità con la legge e la politica dell’FBI”.
Di recente, il procuratore generale Pam Bondi ha accusato l’ufficio di New York dell’FBI di aver nascosto informazioni sulle indagini su Jeffrey Epstein. Bondi non ha specificato quale materiale riteneva l’ufficio stesse nascondendo. Tuttavia i documenti che sono stati depositati non avevano altri particolari sulla scabrosa vicenda. Da mesi, però, nel pianeta MAGA, circolano le voci che l’FBI avrebbe insabbiato le indagini per proteggere “gli amici dei Clinton”. Una bufala mediatica che è stata digerita dal nuovo ministro della Giustizia Pam Bondi che ha ordinato il rilascio del dossier.
L’universo MAGA online è eterogeneo, potente ed estremamente volatile. Con un mix di conservatori, estremisti religiosi, razzisti, e profeti ciarlatani manipolati da professionisti della disinformazione lanciano accuse campate in aria, sospettano complotti. In questo clima le lotte intestine sono inevitabili, e spesso esplosive. Un fatto questo che è diventato particolarmente evidente per le questioni relative al traffico sessuale, che era al centro delle teorie cospirative #Pizzagate e QAnon che hanno contribuito a far crescere la base online di Trump.
La settimana scorsa su Fox News, il procuratore generale Pam Bondi ha promesso di declassificare e pubblicare documenti segreti relativi a Jeffrey Epstein, il miliardario trafficante sessuale la cui lista di clienti implicava l’élite del jet set mondiale. Giovedì, Bondi e il direttore dell’FBI Kash Patel hanno ospitato influencer pro-Trump alla Casa Bianca e hanno dato loro un’anteprima dei documenti in raccoglitori intitolati “The Epstein Files: Phase 1”.

Gli influencer sono stati poi fotografati dalla stampa della Casa Bianca mentre tenevano in mano i dossier dell’FBI, il cui contenuto non era ancora stato reso pubblico. Alcuni di loro sono stati fotografati con il carteggio in mano sorridenti. Poco dopo il Dipartimento di Giustizia ha rilasciato 200 pagine di documenti costituiti principalmente da registri di volo riciclati di Epstein e informazioni che erano da tempo di pubblico dominio. La reazione online è stata furiosa: i sostenitori di Trump hanno accusato Bondi e gli influencer di aver organizzato una trovata pubblicitaria e di non aver censurato le nuove rivelazioni.
Bondi ha quindi rilasciato una lettera in cui sosteneva che l’ufficio di New York dell’FBI stava trattenendo migliaia di pagine di documenti di Epstein e ha chiesto che fossero consegnati entro venerdì alle 8:00. Mentre si scatenava il caos sui file di Epstein, la Romania ha improvvisamente e senza nessuna spiegazione, revocato gli arresti domiciliari per Andrew e Tristan Tate, due fratelli influencer di estrema destra, legati a Trump, che erano stati arrestati ed erano in attesa di un processo per traffici sessuali a Bucarest. Mentre in Inghilterra sono stati accusati di stupro ed evasione fiscale.
L’arrivo dei fratelli Tate all’aeroporto di Fort Lauderdale in Florida, dove hanno proclamato la loro innocenza, è stata la causa per un’altra faida interna nel pianeta MAGA. Il governatore della Florida Ron DeSantis ha affermato che i fratelli Tate non erano benvenuti nel suo stato e che il suo procuratore generale dello Stato avrebbe indagato se uno dei loro presunti crimini poteva essere perseguito in Florida.