Il tramonto dalla cima dell’Empire State Building è un’esperienza mozzafiato, un classico per turisti e romantici in visita a New York. Tuttavia presto potrebbe diventare un lusso per pochi ricchi. I gestori del celebre grattacielo hanno annunciato l’introduzione del dynamic pricing, un sistema di tariffazione variabile che potrebbe far impennare il costo del biglietto facendogli superare i 100 dollari nei momenti di maggiore affluenza.
Attualmente, il costo per accedere agli osservatori dell’86esimo e del 102esimo piano parte da 79 dollari per gli adulti, mentre chi desidera godersi il sole che si tuffa dietro lo skyline deve già sborsare 96 dollari. Con la nuova tariffazione, le cifre potrebbero crescere ulteriormente, penalizzando chi non vuole rinunciare a uno dei punti di osservazione più famosi del mondo.
La decisione ha scatenato un’ondata di critiche e polemiche soprattutto tra coloro che identificano l’edificio come un simbolo irrinunciabile della Grande Mela.
La decisione è stata confermata da Tony Malkin, CEO dell’Empire State Realty Trust, durante una recente conferenza sugli utili. Per Malkin, la priorità è quella di garantire solidità finanziaria all’azienda e mantenere margini di crescita, nonostante il flusso turistico non abbia ancora raggiunto i livelli pre-pandemia.
Anche senza l’incremento, una famiglia di cinque persone deve già preventivare una spesa di circa 400 dollari per ammirare Manhattan dall’alto. L’aumento è stato considerevole con il trascorrere degli anni, nel 1931 un biglietto per l’osservatorio costava appena 1,10 dollari.
Il dynamic pricing non rappresenta una novità nel mondo del business: aziende come Uber, Airbnb e persino artisti musicali come Bruce Springsteen hanno adottato strategie simili per massimizzare i profitti nei momenti di maggior richiesta.
Costruito durante la Grande Depressione, il grattacielo è sempre stato un simbolo di ambizione e accessibilità, un luogo che ha ispirato generazioni con la sua grandezza e il suo spirito democratico. Deve gran parte della sua celebrità anche al cinema, in particolare al film del 1933 King Kong. La scena più memorabile della pellicola vede il gigantesco gorilla arrampicarsi sulla sommità dell’edificio, con aerei che cercano di ucciderlo.