Anthony Ricco, uno degli avvocati di Sean “Diddy” Combs, ha presentato una mozione per lasciare il team legale del rapper e produttore discografico arrestato lo scorso settembre a Manhattan.
“In nessuna circostanza potrò continuare a svolgere efficacemente il ruolo di avvocato di Sean Combs”, ha affermato Ricco, senza però specificare le cause che lo hanno portato a prendere tale decisione, appellandosi al segreto professionale.
Ora, per diventare effettiva, la sua mozione dovrà essere prima approvata da un giudice. “Ciò non ritarderà l’attuale programma per l’inizio della selezione della giuria e del processo, o degli attuali programmi per l’informativa sulle questioni legali preliminari al processo”, ha spiegato il legale, “Di conseguenza, non ci sarà alcuna interruzione, poiché Combs continuerà a essere rappresentato da altri cinque avvocati di riferimento”.
Ricco ha spiegato di essere arrivato a tale decisione dopo aver parlato con Marc Agnifilo, l’avvocato che sta capitanando il team legale di Diddy, accusato di aver sfruttato i suoi contatti commerciali per creare un’associazione a delinquere, finalizzata al racket, al traffico sessuale ed al traffico di droga.
Combs è attualmente detenuto presso il Metropolitan Detention Center di Brooklyn, dopo che tre giudici federali gli hanno negato la libertà su cauzione. In questi mesi, il fondatore della Bad Boy Records si è sempre dichiarato non colpevole. Il suo processo inizierà il 5 maggio.
Di recente, gli avvocati di Diddy hanno sostenuto che l’atto d’accusa federale nei suoi confronti si basa su una legge “razzista”. “Nessuna persona bianca è mai stata oggetto di un’azione penale lontanamente simile”, sostiene il team legale del produttore.
Cercando di respingere le accuse contro il loro assistito, gli avvocati si sono scagliati contro una delle leggi che il governo sta usando per incriminarlo: il Mann Act, noto anche come White-Slave Traffic Act, che rende illegale il trasporto di persone attraverso confini statali o internazionali a scopo di prostituzione.
Gli avvocati di Combs sostengono che la legge ha una storia di pregiudizi razziali e raramente si traduce in azioni penali per i bianchi. I legali, inoltre, affermano che la norma è stata storicamente “utilizzata per colpire gli uomini neri e presumibilmente proteggere le donne bianche da loro”.