La Corte Suprema federale ha respinto la richiesta avanzata dagli avvocati del presidente eletto Donald Trump di sospendere la lettura della sentenza sul “caso Stormy Daniels”. La richiesta di emergenza era stata fatta dopo che questa mattina la Corte d’Appello di New York aveva respinto una simile richiesta. Quattro dei nove magistrati, Clarence Thomas, Samuel Alito, Neil Gorsuch e Brett Kavanaugh erano favorevoli alla sospensione. Contrari i tre magistrati “liberal”, Sonya Sotomayor, Elena Kagan, Ketanji Brown Jackson, che hanno avuto il sostegno di due magistrati conservatori, John Roberts e Amy Coney Barrett.
Gli avvocati del presidente eletto avevano affermato che la sentenza sarebbe stata una distrazione in un momento in cui Trump sta preparando il passaggio delle consegne. I magistrati hanno respinto questa giustificazione affermando che la sentenza porrà un onere “relativamente irrilevante” su Trump poiché il giudice Merchan ha già indicato che non imporrà alcuna sanzione. Nei giorni scorsi Merchan aveva escluso la condanna di Trump alla prigione, facendo notare che concedere a Trump una “liberazione incondizionata” sarebbe stata la “soluzione più praticabile”, il che significa che Trump sarà comunque condannato per i crimini che ha commesso, ma non gli saranno imposte sanzioni. Donald Trump passerà ora alla storia per essere l’unico presidente eletto con una condanna penale. Per cercare di evirare questa “macchia”, ha provato in tutti i modi di bloccare o rinviare la sentenza, cercando di far valere l’immunità, definendo il processo una farsa e un attacco politico. Si era rivolto alla Corte Suprema come ultima speranza.

Questa mattina, prima della Corte Suprema, la corte d’Appello di New York si era rifiutata di intervenire per bloccare la sentenza dopo che a maggio dello scorso anno la giuria popolare lo ha riconosciuto colpevole nella vicenda giudiziaria in cui era stato incriminato per aver comprato nel 2016, con 130.000 dollari, il silenzio di Stormy Daniels, la porno star con cui aveva rapporti sessuali mentre era sposato con Melania, che all’epoca era incinta. Per nascondere il pagamento, Trump aveva truccato i bilanci della sua società e commesso, secondo la decisione dei giurati, diversi altri reati, 34 in tutto, più o meno gravi.
Ieri il giudice delle Corte Suprema federale Samuel Alito ha parlato con Donald Trump poco prima che il presidente eletto presentasse ai magistrati la richiesta di bloccare la sentenza di condanna. La conversazione telefonica è stata confermata dallo stesso Alito che, comunque, ha spiegato che non c’è stato alcun accenno alla sentenza. “Non sapevo neanche che la richiesta di bloccarla fosse stata presentata”, ha detto Alito alla ABC News mettendo in evidenza di aver parlato con Trump solo per fornire referenze a uno dei suoi assistenti per una eventuale posizione del governo.
Il senatore democratico Richard Blumenthal, membro della Commissione Giustizia del Senato, ha criticato duramente il giudice. Il senatore del Connecticut ha definito i contatti tra i due “previsti e ineccepibili” che lo costringono a ricusarsi, squalificandolo da questo caso e da tutti quelli in cui Trump è coinvolto” ha scritto Blumenthal su X.
I senatori democratici hanno già chiesto ad Alito di astenersi dai casi legali in cui è invischiato Trump dopo che sua moglie ha issato nella loro casa al mare due bandiere associate ai simpatizzanti dell’assalto al Campidoglio del 6 gennaio 2021.