Quarantotto ore a New York e un’agenda fitta di appuntamenti. A distanza di sei mesi, la ministra per le Disabilità Alessandra Locatelli è tornata nella Grande Mela per inaugurare una mostra alle Nazioni Unite, continuando a onorare l’impegno preso dall’Italia lo scorso giugno durante la COPS17 e il G7 in Umbria, e incontrare la comunità italiana al Consolato Generale.
“È una grandissima emozione essere qui per inaugurare la mostra – ha dichiarato Locatelli davanti al pubblico raccolto nella Delegates Entrance del Palazzo di Vetro e insieme al Rappresentante permanente d’Italia, ambasciatore Maurizio Massari – e dare un segnale importante proprio nel luogo in cui è stata firmata la Convenzione Onu sui diritti delle persone con disabilità”.
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L’esposizione, dal titolo “The UN Convention on the right of persons with disabilities through the eyes of young people” (“La Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità attraverso gli occhi dei giovani”), è composta da venti tavole grafiche che riprendono il fumetto “L’importante è vincere… Insieme”, disegnato da Tommaso Cordelli e nato dalla collaborazione tra l’Osservatorio sulla condizione delle persone con disabilità della Regione Umbria e la Scuola Umbra di Amministrazione Pubblica. La mostra sarà visitabile fino al prossimo 20 dicembre.
Le tavole sono già state esposte al Castello di Solfagnano, in Umbria, in occasione del primo G7 a tema “Inclusione e Disabilità”. “Un orgoglio italiano – ha commentato Locatelli – perché per la prima volta abbiamo organizzato un summit a riguardo e i ministri si sono impegnati con la firma sulla Carta di Solfagnano a difendere otto priorità per migliorare la condizione delle persone con disabilità e delle loro famiglie. Siamo un Paese leader, l’unico in Europa che ha una legge sull’inclusione lavorativa e scolastica, ma dobbiamo migliorarci sull’accessibilità ancora. Non significa solo azzerare le barriere architettoniche, ma annullare anche quelle che riguardano la parte sensoriale. Spero presto potremo trasformare gli impegni di Solfagnano in un messaggio altrettanto semplice da far comprendere ai più piccoli e ai giovani. Abbiamo davvero bisogno di arrivare al cuore di tutti per cambiare il mondo e per far sì che le persone siano il centro e la priorità delle nostre politiche”.
“Abbiamo portato uno sguardo nuovo nel nostro Paese – ha continuato la ministra Locatelli – attraverso la riforma sulla disabilità, perché sono convinta che sia necessario passare dal mero assistenzialismo alla valorizzazione di ogni persona attraverso l’aiuto di tutti, mondo istituzionale, privato e singoli cittadini, per guardare le potenzialità e non i limiti”.


Ventiquattro ore dopo la ministra Locatelli è intervenuta al Consolato Generale per incontrare la comunità italiana e “presentare il progetto alle Nazioni Unite e gli sviluppi della riforma che comincerà del 1 gennaio 2025 in via sperimentale in Italia”, l’ha introdotta il Console Generale Fabrizio Di Michele. “Ci sono circa 13 milioni di persone disabili nel nostro Paese – ha spiegato la ministra ai microfoni de La Voce di New York. – Con questa manovra vogliamo farci carico di tutti, delle persone disabili e delle loro famiglie, con il progetto di vita che si concentrerà sul territorio e sulle procedure, cambiando la valutazione dell’invalidità civile. Vogliamo passare dall’assistenzialismo alla valorizzazione delle persone”.
Ad accompagnare la ministra Locatelli in Consolato anche il presidente della Federazione Italiana delle Associazioni Nazionali di Persone con Disabilità (Fand), Nazaro Pagano, il presidente della Federazione Italiana per le Persone con Disabilità (Fish), Vincenzo Falabella, e il coordinatore dell’Osservatorio nazionale sulla condizione delle persone con disabilità, Serafino Corti. Nate prima o subito dopo la Seconda Guerra Mondiale, questi tre enti sono ramificate nel territorio e hanno lavorato a lungo “per raggiungere questi risultati”. “Prima la legge di inclusione scolastica del 1977 – ha ricordato Falabella –, poi con quella di inclusione lavorativa del 1999, infine con l’istituzione di un dicastero a sé stante nel 2019, l’Italia ha cambiato cultura e approccio ed è guardata dagli altri Paesi”.


“L’associazionismo, il terzo settore, ha una storia unica – ha sottolineato Locatelli –, che riesce ad arrivare in modo capillare alle comunità (grazie alla legge 117) attraverso la programmazione di progetti sociali in modo da garantire a tutti una vita dignitosa, completa di salute, benessere e parte ricreativa”.
“Come possiamo superare la fatica che spesso si crea quando ci relazioniamo con una persona con disabilità? – ha provocato la platea Corti. – Innanzitutto, riconoscendo le barriere (fisica, sensoriale, burocratica e culturale) e abbattendole; credendo nel potenziale che ognuno ha e può offrire e lasciando loro spazio di manovra. Dobbiamo modificare il contesto creando opportunità”.