Chiamatele “granny flat” o “casitas”, le mini-case potrebbero arrivare presto a New York. Mentre il Consiglio comunale si prepara a votare il piano abitativo intitolato “City of Yes” del sindaco Eric Adams, uno dei motivi principali di tensione è stato finora la disposizione che legalizza le unità abitative accessorie, con l’acronimo in inglese di “ADU” (accessory dwelling units). Le ADU sono spazi all’interno delle proprietà delle case unifamiliari convertiti in abitazioni vivibili, come garage, cantine, soffitte o dependance nel cortile.
Il cambiamento di politica proposto dall’amministrazione newyorkese segue altre grandi metropoli come Los Angeles, che ha approfittato di una serie di misure adottate a livello statale dal 2017 a tal punto che la città ha ora circa la metà di tutte le ADU costruite nello Stato. Dato che New York continua a lottare contro una crisi abitativa dovuta alla mancanza di alloggi, ma anche alla scarsa accessibilità economica, le ADU sono considerate uno strumento importante per aumentare l’offerta e alleviare la pressione sugli affitti già altissimi.
Le condizioni alle quali questa forma di abitazione sarebbe consentita a New York sono state oggetto di dibattito nell’amministrazione locale in vista del voto di questa settimana in Consiglio comunale. L’ufficio del sindaco voleva autorizzare strutture a due piani con un massimo di 75 metri quadrati, ma l’organo legislativo della città ha negoziato la riduzione a un solo piano, a meno che l’edificio non si trovi sopra un parcheggio. Anche le unità abitative in cortile sono state eliminate dal progetto nei quartieri monofamiliari e in quelli storici, a meno che la proprietà non sia vicina ai trasporti pubblici. Ed è obbligatorio che i proprietari delle case vivano all’interno della casa.
Alcuni membri del Consiglio comunale provenienti dai quartieri più esterni, dove si trova il maggior numero di case unifamiliari, sono profondamente contrari alla modifica delle norme urbanistiche che consentono la costruzione di ADU, definendole “case sugli alberi”. Vickie Paladino, consigliera repubblicana del Queens, ha definito il piano nel suo complesso uno “sforzo calcolato per distruggere il carattere dei nostri sobborghi”.
C’è stato comunque un ampio accordo sulle restrizioni alle unità al piano terra e a quello interrato nelle zone costiere e in altre che potrebbero essere soggette a inondazioni. Nel 2021, almeno 11 persone sono morte in scantinati convertiti illegalmente a Brooklyn e nel Queens a causa degli allagamenti provocati dall’uragano Ida.
I funzionari del Dipartimento di Pianificazione urbana stimano che il piano originale avrebbe creato 40.000 ADU in 15 anni, come parte di un’iniziativa complessiva che si pensava avrebbe aggiunto 109.000 nuove case nello stesso periodo, mentre l’accordo negoziato alla fine con i legislatori ha ridotto la cifra a circa 20.000 ADU per un totale di 80.000 nuovi alloggi. Coloro che sceglieranno di adottare questa forma di abitazione aggiuntiva nella loro proprietà avranno diritto a un’agevolazione fiscale fino a 200.000 dollari concessa dallo Stato e la città sta pianificando altri incentivi per facilitarne la costruzione. Nonostante le nuove regole di zonizzazione e gli incentivi, New York è ancora ben lontana dalle 50.000 nuove unità abitative di cui il sindaco dice di aver bisogno ogni anno.
Il Consiglio comunale metterà ai voti il piano negoziato il 5 dicembre.