New York non è mai stata una destinazione economica. Ma le tariffe alberghiere sono diventate proibitive, raggiungendo cifre record con l’avvicinarsi delle vacanze.
Costar, una società di analisi immobiliare, ha stimato che a settembre gli hotel avevano raggiunto una media di 417 dollari a notte, esenti dalle tasse della città e da quelle di soggiorno. È la cifra più alta registrata da quando l’azienda ha cominciato a raccogliere dati nel 1987.
Le tariffe variano di quartiere in quartiere. In generale, gli alberghi di fascia alta a Manhattan possono arrivare a costare anche un migliaio di dollari a notte. Allontanandosi dal centro il prezzo tende a diminuire, ma poi bisogna tener in considerazione il tempo degli spostamenti e la zona in cui si alloggia. Alcuni viaggiatori tendono a scegliere New Jersey o Long Island. C’è chi abbandona l’idea di un letto in un hotel e chiedono di essere ospitati da amici. Ma nessuno rinuncia al viaggio a New York.
Secondo le stime di New York City Tourism + Conventions, che si occupa di promuovere il turismo in città, nel 2019 erano stati registrati 66,6 milioni di turisti in città. Le previsioni per il 2024 si aggirano attorno ai 65 milioni e per il 2025 questa cifra potrebbe arrivare addirittura a 68 milioni. Anche i dati di Costar confermano che a settembre il 91% delle 136.000 camere d’albergo a disposizione era occupato.
Bisogna anche considerare che il numero delle camere d’albergo a disposizione in città è stato drasticamente ridotto da dopo la pandemia per due motivi principali. Innanzitutto, la legge restrittiva sulle prenotazioni brevi di Airbnb che ha tagliato fuori il 92% degli annunci – gli ospiti possono essere solo due e il proprietario deve risiedere nel locale. Attualmente, le uniche stanze che ci sono sul sito si trovano fuori da Manhattan. In secondo luogo, l’arrivo ingente di migranti, che l’amministrazione ha distribuito negli hotel meno frequentati trasformandoli in rifugi.