Dal profondo della Campania al cuore mondiale della musica leggera. Martedì sera, il coro del Conservatorio di Musica “Nicola Sala” di Benevento si è esibito in una serie di canti tradizionali all’Istituto Italiano di Cultura. E mercoledì ha raddoppiato con un concerto alla Carnagie Hall.
Le litanie di “Voices of Heritage: From Beneventan Manuscripts to Modern Music, Through the Lens of Innovation” celebrano l’eredità degli antichi canti documentati nei manoscritti beneventani sottolineandone l’evoluzione nella musica contemporanea.
“È la prima trasferta fuori dai confini italiani e fuori dal contesto dei monasteri dove di solito questa musica accompagna le liturgie – ha commentato la direttrice della Schola Cantorum “Nicola Sala” Giovanna Riboli. – Speriamo, quindi, che questo evento sia di buon auspicio per delle prossime occasioni e per farlo conoscere il più possibile anche all’estero”.
Dall’inizio del suo mandato, Riboli ha fondato il coro con studenti che vengono da diversi dipartimenti del Conservatorio. “Il canto beneventano è pre-gregoriano, del VI, VII, VIII secolo. È tipico dell’area dove si trova il Conservatorio ed è una delle sue eccellenze. Contro ogni pronostico, ho una classe molto frequentata. Anche all’inizio di questo anno accademico le richieste di poter partecipare sia al corso teorico che a quello esecutivo sono state tante. È difficile appassionarsi”.
E invece anche il pubblico dell’IIC-NY ” è rimasto incantato dai canti beneventani, accompagnati da una spiegazione perché “altrimenti non sarebbero di facile impatto – ha commentato Riboli – Se fossero nella loro esecuzione naturale, in ambito liturgico, non ci sarebbe bisogno perché sono una continuazione della parola”. In questo caso, l’attrice teatrale Daria D’Aloia ha guidato gli spettatori con approfondimenti sul contesto storico e culturale dei brani eseguiti.