Johnny Depp è nato musicista, poi ha vestito i panni di un gangster, si è trasformato in maestro cioccolatiere, al posto delle mani ha portato le forbici, quindi è diventato il pirata più famoso della storia del cinema. Nel 2002 e nel 2009, People lo ha eletto addirittura uomo più sexy del mondo. In pochi sanno, però, che oltre ad essere attore, il Donnie Brasco di Hollywood è anche un pittore. E per dimostrare che nelle sue vene scorre arte ha allestito un’imponente mostra d’arte a New York: ‘A Bunch of Stuff’ – ‘Un Mucchio di Roba’ nel cuore di Chelsea, di cui non si conosce la data di chiusura, raccoglie tre decenni di vita e appare come una sorta di viaggio fuori e dentro le mura di casa Depp. Dall’accesso record di 40 dollari.

Posta all’interno dello Starrett-Lehigh Building, sulla 27esima strada e 11th Avenue di Manhattan, appena si entra si percepisce il flair della personalità che l’attore 61enne da sempre trasmette: un’atmosfera cupa in uno spazio dal mix eclettico, con elementi di colore mischiati a dettagli gotici, tra cui molti teschi.
Allestita su schema circolare, ‘A Bunch of Stuff’ si avvicina a un’esperienza immersiva più che ad una mostra tradizionale. Oltre ai dipinti alle pareti, molti dei quali trovano solitamente posto nella tenuta di Depp in Provenza, in Francia, lo spazio è pieno di oggetti provenienti dagli studi dell’attore: sedute, scrivanie, strumenti per la pittura e pennelli infilati in lattine del caffè da lui preferito, e altro ancora.

Ma è la prima sala della mostra che rimane impresso. Entrando, si è accolti da una serie di dipinti incorniciati con frasi e pensieri scritti a punta di pennello apparentemente semplici. “La sua bellezza è uno spettacolo”, si legge. “Non credo”, a fianco di “Non più nell’essere umano”. Commenti o pensieri riferiti da Depp, che riportano alla mente lo spettacolo mediatico di cui è stato protagonista due anni fa, quando ha citato in giudizio l’ex moglie Amber Heard per diffamazione, a seguito delle accuse di abusi e violenze da parte di lei.

Pesanti tende di velluto blu cobalto e rosso rubino aprono agli ambienti, a voler emulare il palco di un teatro. Un corridoio con luci basse a intermittenza incorniciano piccole tele con teschi e scheletri,dai colori vivi. Appunti annotati su blocknotes di grand hotel e relais pendono da una girandola al centro della penultima sala. Al Saint James di Parigi, Johnny Depp annotava: “libri d’arte, negozio d’antichità, incorniciare alcuni dipinti (etc)”.

All’ultima ‘curva’ di ‘A Bunch of Staff’ sono esposti gli omaggi. Oltre ad un piccolo autoritratto, una delle opere più affasicinanti è il dipinto della madre, Betty Sue Palmer: un bellissimo disegno realizzato nel 2006 ricoperto dalla carta da sigaretta preferita di Depp, la Rizla. Stesso materiale utilizzato per l’immagine di Marlon Brando affissa sulla parete su cui poggia un divano in stile Industrial. Una deferenza verso il suo mito, più volte decantato, al fianco del quale ha lavorato in The Brave nel 1997.

Adiacente all’effige/icona di Marlon, il pittore Depp invita gli ospiti della mostra a lasciare un messaggio dopo essersi immersi nella sua arte, un’esortazione a comunicare con lui. In ultimo, alla fine del tragitto, su un’enorme tela Johnny Depp rivolge un pensiero a Mooh, il suo cane non più in vita. L’opera di commiato, che sembra voler essere anche l’ultimo saluto all’amico più fedele.
