Il più grande sistema ospedaliero di New York, Northwell Health, ha deciso di puntare i riflettori su di sé per raccontare la sanità dall’interno.
Con il lancio di Northwell Studio, un nuovo centro di produzione con base a Long Island, il colosso ospedaliero si prepara a offrire un nuovo tipo di esperienza televisiva con la scommessa di attirare il pubblico che ha amato show come Grey’s Anatomy e, nello stesso tempo, far conoscere Northwell come un’eccellenza sanitaria capace di attrarre i migliori talenti.
Michael Dowling, amministratore delegato di Northwell, vede questa iniziativa come una conseguenza naturale del loro lavoro. “Se pensi a uno studio cinematografico, cos’è che fanno?”, ha detto al New York Post, “Creano un edificio, creano una situazione e poi mettono attori e attrici a recitare. Ma io ho la cosa reale, nel mondo reale.” Per Dowling, quel “reale” sono i 21 ospedali della rete e i professionisti che ogni giorno portano avanti un lavoro di dedizione che, nella sua cruda realtà, riesce ad essere più potente di qualunque fiction.
Northwell aveva già sfiorato il mondo della TV nel 2018 con Lenox Hill, una docuserie Netflix che ha seguito la vita di quattro medici nell’omonimo ospedale di Manhattan, mostrando il lato meno conosciuto della professione medica. Ma la svolta è arrivata durante la pandemia, quando le corsie erano al collasso e Dowling ha deciso di aprire le porte del Long Island Jewish Medical Center a una troupe documentaristica. In cinque mesi hanno raccolto più di 850 ore di filmati, trasformati poi in First Wave, un documentario premiato agli Emmy che ha catturato l’umanità e la resilienza di medici e infermieri in trincea.
Quest’estate Northwell ha alzato ulteriormente la posta, lanciando Northwell Studio, un vero e proprio polo creativo per produrre contenuti con copione o documentaristici che diano voce alla vita ospedaliera, a volte drammatica, spesso sconosciuta. “Durante il Covid… abbiamo permesso a una troupe di documentare uno dei nostri migliori ospedali… per mostrare cosa accade ogni giorno,” ricorda Dowling.
Riprendere scene reali all’interno di ospedali, però, comporta delle difficoltà operative: un esempio è NY Med, un reality cancellato dopo due stagioni per questioni legali, che è costato milioni di dollari di multa al New York-Presbyterian Hospital/Weill Cornell Medical Center. Dowling garantisce che Northwell è estremamente attenta alla privacy e che il controllo diretto sulla produzione permetterà di evitare simili errori.
Anche se dai documentari non sono arrivati guadagni diretti, è convinto che la maggiore visibilità pubblica si traduca in più pazienti e in un forte richiamo per nuovi medici e infermieri. “I talenti sono attratti da organizzazioni che sono innovative e creative, che fanno le cose in modo un po’ diverso,” afferma.
Dowling spera che i programmi di Northwell ispirino una nuova generazione a scegliere la strada della medicina. Le produzioni hanno già dato visibilità ad alcuni medici della rete: David Langer, neurochirurgo protagonista di Lenox Hill, ha guadagnato notorietà sul New York Times e altri media nazionali.
Per il futuro, Northwell Studio ha in cantiere una serie di progetti ambiziosi. È in fase di sviluppo The Village, una serie che esplora il tema della salute mentale, dopo l’uscita quest’estate di One South – Portrait of a Psych Unit su Max. E sono già in lavorazione altre serie dedicate alla resilienza e rinascita di New York. Riflettendo sul percorso che ha portato la città a rialzarsi, Dowling scherza: “Durante il Covid… facevo la battuta che potevi addormentarti sulla Fifth Avenue e nessuno ti avrebbe investito. Ma New York è resiliente… ha superato periodi difficili in passato. È rinata — basta fare una passeggiata per accorgersene.”