“Non possiamo più andare avanti così.”
Così Josh Luxenberg, direttore e manager del Connelly Theater, ha annunciato le dimissioni da capo di uno dei più audaci spazi artistici di New York. Situato nel vivace East Village, negli ultimi anni il Connelly ha ospitato produzioni audaci e provocatorie, dalla satira pungente di Circle Jerk, finalista al Pulitzer nel 2021, a spettacoli che affrontano tematiche di grande – e spesso controversa – attualità.
Fino a che non su è materializzata l’ombra della censura: da mesi l’Arcidiocesi cattolica di New York – proprietaria delle due sale che compongono lo stabile – ha infatti iniziato a esercitare un controllo sempre più rigoroso sulle opere presentate, costringendo diversi produttori a cercare rifugio altrove.
Un’inchiesta del New York Times svela come il teatro, un ex orfanotrofio cattolico trasformato in spazio creativo, sia finito sotto l’occhio attento di funzionari ecclesiastici che hanno preso ad esaminare i copioni e a cassare spettacoli ritenuti non in linea con i valori del cattolicesimo. Di recente il New York Theater Workshop ha visto cestinato il suo spettacolo Becoming Eve, ispirato alla storia di un rabbino che si identifica come donna transgender, costringendo i produttori a cercare un’altra sede per il debutto programmato.
“Se nel cuore di New York City, nel nostro East Village, incontriamo questo tipo di resistenza, dove altro possiamo farlo?” si è chiesta Patricia McGregor, direttrice artistica del New York Theater Workshop.
L’arcidiocesi ha deciso di mettere in discussione non solo le produzioni in sé, ma anche le tematiche che possono essere affrontate. “Le questioni di aborto, diritti riproduttivi, genere e sessualità non saranno più tollerate”, ha dichiarato Danielle DeMatteo, fondatrice di SheNYC Arts, che da anni offre un palcoscenico a donne e artisti non binari. “Ci è stato chiaro che la maggior parte dei nostri copioni verrà rifiutata”.
Il costo della morsa censoria si ripercuote non solo sugli artisti, ma anche sulle operazioni quotidiane del Cornelia Connelly Center, una scuola affiliata che offre istruzione gratuita a ragazze provenienti da contesti svantaggiati. “Siamo stati avvisati che l’arcidiocesi ha il controllo esclusivo sulle approvazioni,” ha commentato Brianne Wetzel, direttrice esecutiva del centro, che ha sempre utilizzato i proventi delle produzioni teatrali per sostenere il proprio lavoro.
In questo contesto arrivano le dimissioni di Luxenberg. “Rimanere in questo ruolo ora richiede di vagliare le proposte di produzione per qualsiasi contenuto che possa essere considerato inaccettabile dalla Chiesa cattolica”, ha dichiarato. “Questo mi mette nella posizione insostenibile di diventare un censore anziché un sostenitore della libertà artistica”.
“Qualsiasi restrizione che potrebbe impedire al Connelly di operare al massimo delle sue potenzialità sarebbe una perdita devastante per la comunità”, spiega Randi Berry, direttore esecutivo di IndieSpace, un’organizzazione che aiuta i teatri indipendenti a trovare spazi in affitto – sempre più merce rara nella Grande Mela.